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FERRERO DELLA MARMORA Alberto

07 aprile 1789 - 18 maggio 1863 Nominato il 03 aprile 1848 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività e per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Federigo Sclopis di Salerano, Vicepresidente
Una nuova perdita, pur troppo, e gravissima essa pure ha fatto il Senato per la morte avvenuta stamane del tenente generale conte Alberto Ferrero Della Marmora nostro collega.
Voi tutti che lo conosceste di persona, che lo vedeste assiduo mai sempre alle nostre sedute, partecipante con zelo ed operosità nei nostri lavori, esprimente in ogni occasione il suo affetto e la sua devozione per la dinastia e la patria cui aveva costantemente servito, voi non aspetterete da me lunghe parole che raccomandino una memoria di per sé così illustre, che risveglino un affetto così ben meritato. Né il dolore che io provo per la perdita di tale e tanto amico mi consentirebbe di compiere in questo momento altro ufficio che di unirmi con voi per compiangere vivissimamente cotesto danno che s'aggiunge ai molti altri, che l'inesorabile morte fece provare in questi ultimi tempi al Senato.
Valoroso militare, erudito scrittore, cittadino egregio, il generale Alberto Della Marmora riunì in sé le qualità che impongono il rispetto e quelle che conciliano la benevolenza. Sotto quella fronte severa, sotto quel viso abbronzato albergava un animo predisposto ad ogni maniera di bene, ad ogni atto di gentilezza; le doti dell'intelletto s'accordavano con quelle del cuore per rendere il nostro collega utile al paese, caro agli amici. Dopo aver largamente pagato come soldato il suo tributo alla patria, egli prese a giovarle con importanti lavori di studi. All'isola di Sardegna egli ne dedicò la miglior parte, e contribuì sovra ogni altro a far ben conoscere in ogni sua parte dagl'italiani e dagli stranieri quella nobile e feracissima regione a cui furono e sono provvidamente rivolte le cure del Governo. Negli ultimi anni si volse a tramandare ai posteri, oltre alcuni interessanti ricordi dell'ultima sua campagna militare, le memorie di due fra i più arditi capitani della milizia piemontese del secolo XVII. Sono poche settimane che egli inviava al Senato l'ultimo suo libro, col quale prese ad un tempo congedo dalle lettere e dalla vita, e questo libro era dedicato alla studiosa gioventù militare italiana; lascito prezioso che ci confidiamo sarà raccolto con pia venerazione e con profonda riconoscenza da quella eletta gioventù che saprà di non fallire nel cammino di gloria che le è aperto, se muoverà sulle orme di quattro fratelli di questa cospicua stirpe, Carlo, Alberto, Alessandro ed Alfonso, nomi oramai incancellabilmente segnati nelle più gloriose pagine della storia dell'indipendenza e del risorgimento d'Italia.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 18 maggio 1863.