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FERRARI Giuseppe

06 marzo 1811 - 02 luglio 1876 Nominato il 15 maggio 1876 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Gennaro De Filippo, Vicepresidente

Onorevoli colleghi! La pietosa consuetudine di rammemorare da questo seggio i colleghi che andiamo man mano perdendo, mi costringe, o Signori, a rinnovarvi il dolore amarissimo della inopinata morte del senatore Giuseppe Ferrari, in cui fu rapito alla scienza uno de' suoi atleti, all'Italia un cittadino de' più illustri, a quest'Assemblea uno de' più chiari ornamenti.
Nato in Milano nel 1812 [sic] da modesta famiglia, e in tempi non punto propizi agli alti studi, da per sé vi si aprì la via, aiutatovi solo da Gian Domenico Romagnosi, il quale spese gli anni cadenti della perseguitata sua vita in un domestico insegnamento che fu un vero apostolato.
L'edizione completa che ancor giovane imprese il Ferrari delle opere di Giambattista Vico, manifestò quali fossero le sue scientifiche propensioni, e il libro che contemporaneamente diè fuori sulla Mente di quel grande divinatore di una scienza tanto nuova quanto vera, rivelò le norme e ad un tratto la potenza del suo ingegno.
Quel libro lo levò tosto in fama, onde avvenne, che condottosi in Francia, ove gli parve allora poter solo trovare un aere spirabile per suo intelletto, vi fu da Vittorio Cousin nominato professore nell'Università di Strasburgo. Così egli entrò nell'arringo del pubblico insegnamento, nel quale dovea poi in patria cogliere tanta messe di onore.
Osteggiato dalla fazione oltramontana, nobilmente si difese, invocando quella libertà della scienza, che va fra le più preziose conquiste de' tempi nostri, e della quale egli sempre si vantaggiò nel suo insegnamento e ne' suoi scritti, senza venir meno mai ai riguardi dovuti alle dottrine ed alle persone de' suoi avversari.
Giuseppe Ferrari vivrà nelle opere sue; vivrà nel ricordo di quanti l'hanno conosciuto ed amato, e di quanti hanno in pregio l'ingegno, il sapere e l'onestà pubblica e privata. Pur troppo noi non ne potemmo gioire che per giorni brevissimi; la nostra festosa accoglienza fu pari alla grande soddisfazione che egli mostrava di trovarsi in mezzo a noi; ed appunto per questo, al lutto che la morte del senatore Ferrari ha destato in tutta Italia, noi abbiamo un argomento per aggiungere un nostro speciale e più acerbo rimpianto.
(Segni d'approvazione).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 luglio 1876.