FERGOLA Emanuele
20 ottobre 1830 - 05 aprile 1915 Nominato il 04 marzo 1905 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza CampaniaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi! Nel tempo, in cui sono state chiuse le nostre sedute, abbiamo perduto i senatori Fergola, D'Alì, Grenet, Masi, Calvi, Massabò, Villa Tommaso, Campo, Balestra, Tournon, San Donnino, Di Martino, Florena, Salvarezza Cesare.
Emanuele Fergola, l'illustre matematico, il celebre astronomo, che la Società astronomica di Lipsia contava fra i suoi, cessò di vivere il 5 aprile in Napoli, ove era nato il 20 ottobre 1830. Nostro pregiato collega egli era dal 14 marzo 1905. Condusse il Napoli vita virtuosa tra la famiglia e lo studio. Lo ricorda la Specola di Capodimonte alunno promettente ai primi passi; vantasi il collegio militare di averlo avuto professore di calcolo sublime; nell'università, che l'ebbe due volte rettore, dura il nome datogli dalle cattedre d'introduzione al calcolo, d'analisi superiore e di astronomia; viva rimarrà la memoria di lui in quell'Osservatorio astronomico, ove, entrato assistente, crebbe in fama. Nei funerali la modesta volontà del trapassato impedì fiori, discorsi e pompa; ma si ebbe corteo innumerevole ed eletto d'amore e devozione. Per la morte di Emanuele Fergola sono in lutto le accademie, le associazioni e gl'istituti scientifici, cui appartenne; con il lutto della scienza si fa maggiore il lutto del Senato. (Bene). [...]
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Domando di parlare.
PRESIDENTE, Ne ha facoltà,
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Assolvo il compito altrettanto onorevole quanto doloroso di esprimere a nome del Governo tutta la simpatia riverente, che esso prova innanzi ai gravi lutti, che quest'alto consesso ha subiti; e in questa simpatia si contiene il pieno consenso al tributo di riconoscenza e di lode, che le inspirate parole del Presidente illustre e degli altri senatori hanno apprestato alla memoria degl'insigni uomini, di cui piangiamo la perdita.
Ascoltando quelle parole, la mia mente quasi astraeva dalle persone singole, e al di sopra degli uomini commemorati, io vedevo passare innanzi ai miei occhi tutta una serie di vite nobilmente spese nei campi più diversi: dall'esercito all'amministrazione civile, dal Parlamento alle amministrazioni locali, dalle aule della giustizia alla cattedra della scuola e così via via - forme di attività diverse, ma congiunte tra loro da quest' unica idea e da quest'unica fede: il servizio reso alla patria (Bene! Bravo!).
E pensavo a quanti tesori di sapienza e di patriottismo in quest'Aula nobilissima si racchiudono. Né io nulla aggiungerei a quanto così egregiamente è stato detto; ma concederà il Senato che trovi qui un'eco la vibrazione di talune note particolari, che o per ragioni personali o per ragioni di ufficio più vivamente palpitano nell'animo mio, a proposito, della dipartita di alcuni valentuomini.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1915.