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FAVALE Casimiro

09 agosto 1832 - 19 aprile 1896 Nominato il 10 ottobre 1892 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! [...]
Alla mezzanotte del giorno 18 dello scorso mese cessava di vivere a Torino, città sua natale, il senatore Casimiro Favale.
Nel municipio torinese per oltre trent'anni, nella Camera dei deputati durante sei legislature, di cui due per Carmagnola le altre per la città sua, nel giornalismo svolse il defunto molta operosità.
Coerenza di idee, pertinacia di propositi, opinioni sostenute a viso aperto senza badare se incontrerebbero favore, senza curarsi se avrebbero seguaci, impressero a tutte le manifestazioni della sua vita pubblica il costante, persistente carattere, il singolare, ostinato patrocinio della parsimonia nello spendere.
Da buon massaio, egli non sapeva concepire che il comune o lo Stato dovessero scostarsi dalle norme per cui un'azienda privata fiorisce: la difesa dei contribuenti sembravagli il maggiore obbligo delle rappresentanze amministrative e politiche nelle loro varie funzioni: le spese reputate superflue oppugnò, gli sperperi flagellò.
Studi di economia politica ed amministrativi, pratica industriale, lo avevano messo in grado di trattare la finanza, i bilanci, le imposte, tutti i servizi pubblici.
Alla stessa guisa che l'occhio inteso fisso, fisso ad una punto si appanna, e le formole, per quanto a rigore de' postulati economici o dei riscontri storici, non bastano a dare al Governo la regola che dalle contingenze esso deve prendere; così i danni per le crescenti pretese del fisco non gli lasciavano bene discernere quanta perturbazione potrebbe sovvertire uno Stato nuovo per il risentimento della non equa distribuzione de' benefici fra ogni suo membro. Contro le spese che chiamano improduttive, perché solo a lunghi intervalli di tempo e di generazioni apertamente si chiariscono produttrici di salvezza, senza requie tempestò: come se certe condizioni d'esistenza insite, per dire così, con la storia, col passato, coll'essere nostro, si fossero potute senza pericolo trascurare od offendere.
Però la schiettezza e la fermezza de' suoi opinamenti furono un esempio che va lodato e rammentato. E va pure rammentato non avere la modesta origine impedito a Casimiro Favale d'uscire dalla folla, vietato di emergere oltre la condizione, di fortuna e digrado in cui nacque; dacché, nella vita sua di anni sessantaquattro non compiuti, conquistò la ricchezza, e pervenne a quest'alta Camera, della quale io esprimo il cordoglio per la morte di lui. (Benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 4 maggio 1896.