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FARINA Agostino

13 ottobre 1817 - 10 gennaio 1896 Nominato il 26 novembre 1884 per la categoria 10 - L'avvocato generale presso il Magistrato di cassazione e il procuratore generale dopo cinque anni di funzioni provenienza Sardegna

Commemorazione

 

Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente

Poiché il Senato volle per sua grazia aspettare la mia presenza, perché gli fossero comunicate le necrologie dei colleghi defunti nell'intervallo dalle ultime sedute ad oggi, così io obbedisco al doloroso incarico, procedendo alla lettura di esse.
Signori senatori! [...]
Altra perdita da noi lamentata fu quella del senatore Agostino Farina, che, nato nell'isola di Sardegna a Buddusò, moriva a Varazze di Liguria addì 10 di gennaio, compiuto l'anno ottantesimo.
Trascorsa più che mezza la vita negli uffici giudiziari, dopo essersi laureato nell'Università di Sassari ed avere compiuto il tirocinio forense, acquistò reputazione di ottimo funzionario.
Da volontario nell'ufficio dell'avvocato fiscale generale di Sardegna, stette nella magistratura inquirente per tutta la sua carriera, nella quale raggiunse il grado di procuratore generale di Corte d'appello, circondato da grande rispetto, onorato da stima uguale, comunque i tempi volgessero difficili o conturbati. La gentilezza dell'animo e i modi cortesi, affidavano di giudizio pacato ed equo, ne temperavano la fermezza verso tutti e contro tutti. Ognuno era fatto certo che quel rigido braccio avrebbe impedito forse, da illecito favore, dato il tratto alle bilance della giustizia.
Né soltanto nell'isola natale, in cui dimorò fino al 1860, fu benevoluto: ma Casale, Messina, Parma, Ancona, Milano, successive sue residenze, gli confermarono uguali sentimenti.
Già nel 1855 in Sassari flagellata dal cholera, fra il terrore della cittadinanza e lo strazio di domestico lutto, aveva, per esempio di virile fortezza, meritato onorevole menzione; così nel 1867, in analoga funesta circostanza, a Messina rimase impavido. Dirimpetto a qualsiasi pericolo fu sempre lo stesso uomo, che alto sentendo dell'uffizio e di sé, e ben sapendo come gli atti propri su di quello riverberebbero, nulla pretermise di quanto giovasse a rilevarlo nella pubblica estimazione. (Molto bene).
Dal 26 novembre 1884 apparteneva il defunto a quest'Assemblea, in nome della quale io lamento la dolorosa fine.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 marzo 1896.