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DURANDO Giovanni

23 giugno 1804 - 27 maggio 1869 Nominato il 29 febbraio 1860 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Celso Marzucchi, Vicepresidente
Signori Senatori!
Ancora un'altra perdita abbiamo a lamentare, o Signori, e ben lo sanno quelli fra voi, che vollero, or son pochi giorni, tributare gli ultimi onori alla salma del defunto collega Giovanni Durando, Generale d'armata, Cavaliere dell'Ordine Supremo della SS. Annunziata, e in questi ultimi tempi Presidente del Tribunale Supremo di guerra.
Egli era nato in Mondovì nel 23 giugno 1804. Non aveva ancora 18 anni quando entrò nelle Guardie del Corpo del Re, ove fu promosso ad ufficiale nel 1826. Fece parte dei Cacciatori di Savoia e della Brigata Cuneo, nella quale ebbe promozione a luogotenente. Sopraggiunte le vicende del 1831, egli, per avere spiegato sensi liberali, si trovò implicato in un processo di Stato insieme al suo fratello Giacomo, nostro egregio collega, ed a vari altri, e fu dispensato dal servizio. Uscì dal Piemonte, e d'allora in poi, come altri notò, fu soldato della libertà e della indipendenza, e combatté dove per questi due grandi principii si combatteva.
Andò nel Belgio, e preso servizio col grado di luogotenente nella Legione straniera, vi fece la guerra del 1832 contro gli Olandesi.
Assicurata la indipendenza del Belgio, passò nello stesso anno in Portogallo al servizio di Don Pedro nella guerra dinastica contro Don Miguel; prese parte onoratissima in tutta quella guerra, dapprima capitano più tardi maggiore nel 2° reggimento di Fanteria Leggiera della Regina; fu ferito gravemente da palla nel braccio destro nella linea d'Oporto, ove grandemente si distinse, al fianco sinistro nella battaglia di Accisera, e nella difesa delle linee di Lisbona ebbe rotto il braccio destro.
Cacciato Don Miguel, e finita la guerra di Portogallo col trionfo delle armi di don Pedro e della costituzione, un'altra lotta scoppiava nel 1835 in Spagna fra Don Carlo e Donna Cristina, reggente in nome di sua figlia Isabella. Da un lato il simbolo del Governo assoluto, dall'altro del libero regime.
Il Durando lasciò il Portogallo, e prese a servire la causa della libertà spagnuola. Fece le campagne di Catalogna, di Valenza, di Castiglia durante gli anni [dal] 1835 al 1840. Comandò il Reggimento dei Cacciatori d'Oporto; poi nell'Aragona una colonna che rese importanti servizi alla Spagna.
Lungo sarebbe, né mi è consentito dalla natura di questa commemorazione, il dire di tutti i fatti d'arme, ai quali prese parte. Dirò soltanto che ad Alcora fu ferito nel femore destro da arma da fuoco; che in ogni fatto d'arme die' prova di valore; e che ogni fatto d'arme lo fece degno o di una promozione nel grado o di una nuova decorazione.
Nel 1842 gli fu concesso di rientrare in Piemonte.
Avvenuta la rivoluzione nel Lombardo-Veneto, e nei Ducati di Modena e Parma, rotta la guerra dal Magnanimo Carlo Alberto contro l'Austria, il Durando fu nominato nel 24 marzo 1848 Generale Comandante tutte le truppe pontificie ed estere al servizio del Papa e di tutte le truppe venete dell'armata di terra. Fece una eroica difesa di Vicenza, e quindi una molto onorevole capitolazione.
Nel 1849 ottenne il comando di una divisione nell'esercito sardo. Combatté a Mortara e a Novara.
Terminata la guerra, comandò successivamente le Divisioni di Novara, di Cagliari e di Alessandria.
Nel marzo 1855 comandò la 1a Divisione del Corpo di Spedizione in Crimea.
Nel 1859 gli veniva affidato il comando della 3a Divisione. Combatté a San Martino, ove i nostri riportarono quella pur troppo sanguinosa, ma gloriosa vittoria contro gli Austriaci, mentre altra non dissimile riportavano i Francesi a Solferino.
Nel 1866 combatté a Custoza e fu ferito nella mano destra.
Ora egli non è più. Spegnevasi la operosa e travagliata sua vita nella notte del 26 al 27 del passato mese di maggio dopo lunga e dolorosa malattia con virile animo sopportata e con cristiana rassegnazione.
Giovanni Durando fu valoroso soldato, ma non fu meno ottimo cittadino, animo nobile e schietto, buon amico, buon marito, buon padre.
Egli lascia di sé in tutti quelli che lo conobbero, e più in quelli che meglio il conobbero, memoria onorata e lungo desiderio.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 giugno 1869.