DONNAFUGATA (AREZZO DESPUCHES DI) Corrado
07 novembre 1824 - 27 dicembre 1895 Nominato il 08 ottobre 1865 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza SiciliaCommemorazione
Atti parlamentari Commemorazioni.
Domenico Farini, Presidente
Poiché il Senato volle per sua grazia aspettare la mia presenza, perché gli fossero comunicate le necrologie dei colleghi defunti nell'intervallo dalle ultime sedute ad oggi, così io obbedisco al doloroso incarico, procedendo alla lettura di esse.
Signori senatori! Il barone Corrado Arezzo Despucches cessava di vivere nel suo castello di Donnafugata, presso Ragusa Inferiore, il 27 di dicembre dell'anno passato. Illustre ed antico lignaggio, animo liberale e delle libere franchigie partigiano, mente colta gli conferirono, a soli ventitrè anni di età, la rappresentanza di Ragusa alla Camera dei comuni del generale Parlamento di Sicilia.
Nel decennio persecutore, che corse fra le sconfitte d'una e le vittorie dell'ultima rivoluzione, dimorò lungamente a Messina, non intimorito, né mutato. Alla causa dei vinti fu largo della cospicua ricchezza; tutte le simpatie, che l'alta condizione della famiglia e le sue qualità personali gli avevano procacciato volse a favore del patrio riscatto.
Il nuovo Governo, a cui fu tutto, tenendolo nel meritato conto, lo mandò a reggere la Provincia di Trapani, dove all'ufficio diede rincalzo del prestigio onde godeva. Deputato del collegio di Vizzini per la ottava legislatura, al termine di essa fu nominato senatore. Trenta e più anni ci fornirono occasione di apprezzare le doti egregie che in politica e nell'amministrare aveva altrove fatte manifeste: si rivelava, all'udirlo, culto in storia, versato nelle lettere, delle arti belle assai intendente. Il pennello trattato con maestria, le pitture ed altri oggetti d'arte raccolti nella sontuosa sua dimora ne chiarivano la finezza del gusto; le relazioni che l'anno 1865 dettò, quale commissario governativo all'esposizione di Dublino, ne mostrarono la perizia nelle molteplici applicazioni dell'arte alle industrie, nelle quali aveva viva fede campeggerebbe un giorno l'Italia.
Soccorrevole ai derelitti, con tenerezza cui nativa generosità aveva dato alimento e domestici lutti accresciuto fervore; fra i concittadini pacificatore di secolari dissidii; eccitatore di civile progresso, il senatore Corrado Arezzo vivendo aggiunse nuovo lustro al vetusto casato, lasciò dopo di sé rimpianto e desiderio. (Bene).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 marzo 1896.