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DI PRAMPERO Antonino

01 aprile 1836 - 27 dicembre 1920 Nominato il 04 dicembre 1890 per la categoria 16 - I membri dei Consigli di divisione dopo tre elezioni alla loro presidenza provenienza Friuli-Venezia Giulia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Fabrizio Colonna, Vicepresidente

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Onorevoli colleghi! Lutti dolorosissimi ci hanno colpito durante la breve sosta dei nostri lavori. [...]
Onorevoli senatori, una profonda commozione riempie il mio animo nel darvi l'annunzio ben triste della improvvisa, fulminea scomparsa, avvenuta ieri in Roma, di uno dei nostri più venerandi colleghi, del conte Antonino Di Prampero, che fino all'ultima settimana abbiamo visto fra noi con assiduità impari ai suoi tardi anni.
Egli nacque in Udine il 1° aprile 1836 da antica e nobile famiglia friulana e di severi studi nutrì la sua giovinezza conseguendo brillantemente la laurea in giurisprudenza nella Università di Bologna. Ancora studente s'infiammò del santo entusiasmo di amor patrio, che lo animò poi in tutta la sua vita, e nel 1859, volontariamente abbandonando gli agi della famiglia per le fatiche e i pericoli del campo, prese parte gloriosa alle guerre dell'indipendenza nazionale, guadagnandosi una medaglia d'argento al valor militare nella battaglia di Castelfidardo ed una di bronzo nell'assedio di Gaeta.
Tutti i gradi ei percorse nell'esercito da soldato, nella battaglia di San Martino, a colonnello, fino a quando colpito dai limiti di età cessò dal servizio attivo.
Il conte Antonino Di Prampero fu fecondo scrittore nelle branche più disparate, in tutte addimostrando un ingegno vivace ed una profonda coltura. Delle numerose pregevoli sue opere meritano speciale menzione: "La proporzionalità delle rappresentanze e le elezioni politiche nel Friuli", "Le memorie sull'ultima dominazione austriaca e la liberazione del Veneto nel 1866", "Il glossario geografico friulano", "Un saggio di tavole dei logaritmi quadratici" da lui inventati; ed, ancora più preziosa, la pubblicazione ed illustrazione di moltissimi documenti e statuti antichi del Friuli, nella quale opera rivelò uno spirito acuto di ricerca.
Parte non meno attiva prese alla vita pubblica nella quale fu adamantino conservatore, e quel medesimo entusiasmo, che lo aveva appassionato nel cooperare alla formazione dell'Italia una, ebbe per l'organizzazione e l'amministrazione degli enti pubblici, con una onestà ed integrità di carattere, dinanzi alle quali anche gli avversari più ostinati si inchinavano riverenti. Nel 1866 venne eletto deputato per il collegio di Udine, e dal 1867 partecipò intensamente alla vita locale della sua regione, occupando tutte le cariche pubbliche del comune e della provincia, da consigliere comunale a sindaco, da membro a presidente del Consiglio provinciale, posto che tenne per molti anni dal 1887 con sommo onore. Numerose altre cariche pubbliche egli coprì, in tutte portando la sua grande operosità.
Nominato senatore il 4 dicembre 1890, fu parlamentare di eccezionale attività, intervenendo spesso nelle più importanti discussioni. Tenuto sempre da noi nella maggiore considerazione, circondato dalla stima e dall'affetto di quanti lo conoscevano, fu nel 1896 eletto segretario di questo Ufficio di Presidenza e tale carica ebbe costantemente confermata fino al novembre del 1918, quando l'alto senso di ammirazione e di venerazione che in tutti era venuto sempre più crescendo, gli meritarono la nomina a Vicepresidente, confermatagli nella presente legislatura a seguito della unanime designazione del Senato.
Gli ultimi anni non furono, invero, per il conte Di Prampero di sereno riposo, come bene egli avrebbe meritato dopo una vita sì operosa, nella quale tutte le energie egli aveva dato al suo paese: e quasi che il destino avesse voluto mettere la sua anima invitta a nuova e più dura prova, egli vide la sua cara Udine di nuovo occupata dall'antico dominatore, e dei suoi cinque figli, che all'inizio della nuova guerra egli aveva tutti dati alla patria, non potendo egli stesso per la tarda età coprirsi di novella gloria sui campi di battaglia, i due più a lui diletti, l'unica figlia, dama della Croce rossa, ed il più giovane, ufficiale, lasciare la vita per la grande causa. Ma di tale sacrificio, che pur lo privava di esistenze a lui tanto care, egli fu sempre orgoglioso ed i suoi discorsi tenuti in varie occasioni palpitarono sempre del medesimo entusiasmo per il raggiungimento pieno delle aspirazioni nazionali, e mai si appartò dai nostri lavori, al paese dedicando fino all'ultimo tutte le sue energie. Così scompare il conte Di Prampero, lasciando un senso di profonda mestizia ed un vuoto immenso fra noi, che avevamo imparato ad apprezzarne le grandi doti di mente e di cuore. Candida figura, noi l'avremo ognora presente quale esempio mirabile di cittadino e patriota da additare alle generazioni future.
Innanzi alla inesorabilità del fato che ci priva così crudelmente di sì venerando uomo, noi ci raccogliamo in profondo dolore e mandiamo alla memoria dell'illustre estinto un commosso saluto, esprimendo alla famiglia desolata le più vive condoglianze. (Vive approvazioni).
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. La splendida commemorazione fatta dal Presidente dell'Assemblea ha ricordato i grandi servizi resi dai due uomini ora scomparsi; essa dimostra la gravità della perdita che il Senato ha fatto.
Il Governo si associa veramente di cuore al compianto per questi due uomini che resero tanti servizi alla patria, ricordando specialmente il senso d'alto patriottismo del senatore Di Prampero, e augurando che le nuove generazioni si ispirino a questi nobili esempi. (Approvazioni).
MORPURGO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MORPURGO. Ho chiesto di parlare unicamente per proporre che, oltre alla famiglia del compianto Vicepresidente Di Prampero, il Senato voglia compiacersi di inviare condoglianze anche al Comune ed alla Provincia di Udine. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Non credo che sia necessario di mettere in votazione la proposta del senatore Morpurgo, poiché il Senato non potrebbe che approvarla. Saranno inviate condoglianze, secondo il desiderio espresso dall'onorevole Morpurgo, anche al Comune e alla Provincia di Udine. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 dicembre 1920.