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DI PANDOLFINA Ferdinando

07 marzo 1814 - 15 marzo 1897 Nominato il 20 gennaio 1861 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Domenico Farini, Presidente
Signori Senatori![...]
Ferdinando Monroy principe di Pandolfina appartenne alla nobiltà siciliana che, dopo aver partecipato con ardore, per tenerezza delle storiche franchigie dell'isola, alla rivoluzione del 1848, caldeggiando il regno costituzionale d'un principe di Savoia, maturi i tempi volle l'annessione a quello di Vittorio Emanuele. Così la rivendicazione di privilegi e d'un ordinamento autonomo dava la mano, dieci anni dopo, al sentimento ed al rivolgimento unitario; e le aspirazioni popolari s'intessevano col rimpianto d'antichi istituti per congiungere, sotto l'egida dell'aquila sabauda, provincie che antiche contese e nuovi maleficî borbonici avevano irreparabilmente separato!
Dico adunque che, instauratosi nell'isola il governo di Ruggiero Settimo, il nostro, per un altro dei molti feudi dell'antica e ricca famiglia, allora principe di San Giuseppe, ebbe grado di capo di stato maggiore della guarda nazionale palermitana e sedette fra i pari elettivi del generale Parlamento. E, poiché questo ebbe eletto a Re Ferdinando duca di Genova, ne fu onorato con l'incarico di commissario della deputazione che, recando il voto al nuovo sovrano doveva fare ogni istanza perché la offerta corona venisse sollecitamente accettata. Più tardi, vinta la rivoluzione, il principe di San Giuseppe, escluso dall'amnistia, assieme ad altri quarantadue, andò e rimase in esilio.
In Inghilterra a preferenza dimorò: dovunque visse, alla causa abbracciata fu largo di aiuti, tenne fede di gentiluomo; con la vita specchiata acquistò ai concittadini fama di patriottismo eletto, alle aspirazioni loro l'aureola di legittimo diritto.
Nel 1860 rappresentò in Inghilterra il Governo liberatore; dopo il plebiscito fu dei primi ascritti nel gennaio 1861 al Senato.
Per raro beneficio di natura la sua persona aitante, quale robusta quercia salda contro le traversie, faceva fino agli ultimi giorni invidia a vederla; quantunque, per essere nato a Palermo il 7 marzo 1814, avesse superata la grave età di anni ottantatré, quando vi morì la sera dello scorso 15 di marzo.
Fu, è nostro il lutto della famiglia e della città sua. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 aprile 1897.