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DI MARZO Donato

07 agosto 1840 - 09 febbraio 1911 Nominato il 25 ottobre 1896 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Un doloroso annunzio debbo comunicarvi: la morte del senatore Donato Di Marzo, avvenuta la scorsa notte alle 24 in Napoli.
Nato in Tufo, nella Provincia di Avellino il 7 agosto 1840, ancora giovane erasi acquistata la generale fiducia, ed aveva in Avellino adempito lodevolmente pubblici incarichi. Eletto deputato dal 1° collegio di Avellino nel 1882, e riconfermato, tenne il mandato dalla 15ª alla 18ª legislatura, prendendo pregiatissima parte ai lavori della Camera nelle giunte e commissioni, ed alle pubbliche discussioni. Deciso a ritirarsi dalla vita politica, si congedò dai suoi elettori con la lettera del 10 maggio 1895; dicendo: "La soddisfazione morale, che io mi ho è quella di potervi restituire immacolato il mandato.Vi lascio senza rancori e senza rimorsi, con la fiducia nell'animo di sapere sempre più salda la grandezza della nostra Italia, di veder voi sempre più concordi nel pensiero del bene comune".
Nominato senatore il 25 ottobre 1896, anche fra noi acquistò affetto, stima ed autorità con il nobile carattere, con gli atti e con la parola. Anche qui fu diligente e profittevolissimo negli uffici e nelle commissioni; relatore studioso, oratore efficace di molti argomenti legislativi e di taluni degli importanti. Fu membro operoso e giudizioso della Commissione d'inchiesta per la marina militare, che fu creata il 5 marzo 1904.
Fu amante ed intelligente dei telefoni e delle economie militari, intorno a cui scrisse. La nostra Commissione di finanze lo tenne membro stimatissimo e carissimo: tanto che, avendo egli mandato le sue dimissioni per lutto domestico nel 4 dello scorso dicembre, il Senato nella seduta del 7 stesso mese deliberò di non accettarle e di pregarlo a ritirarle, dandogli invece un congedo; di che egli gratamente ringraziò.
Ora, quanto amara ci sia la sua perdita così improvvisa, non so esprimere; e lagrimandone volgo l'ultimo addio allo spirito del collega ed amico diletto; scrivo il suo nome fra quelli, di cui più viva serberemo la memoria. (Approvazioni).
FINALI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINALI. Se doloroso per tutto il Senato è l'annunzio datoci dall'onorevolissimo nostro signor Presidente, più doloroso è per la Commissione di finanze che aveva il senatore Di Marzo collega pregiato e carissimo. L'onorevole Di Marzo era andato a Napoli, chiamatovi da un lutto domestico.
Alla famiglia, alla quale è sopraggiunta questa nuova e maggiore sventura, prego l'onorevole nostro Presidente di voler esprimere i sentimenti di condoglianza profonda del Senato. (Vive approvazioni).
MAZZIOTTI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAZZIOTTI. Mentre attendevamo qui il nostro amatissimo collega, il senatore Donato Di Marzo, riceviamo il triste e doloroso annunzio della sua morte improvvisa e fulminea.
Mi permetta il Senato che io invii una parola reverente ed affettuosa alla memoria di un uomo, che ebbi per lungo tempo compagno nella Camera dei deputati ed amico sempre costante e benevolo. Donato Di Marzo, appartenente a cospicua famiglia della Provincia di Avellino, aveva animo mite, gentile ed incline ad ogni nobile affetto, mente larga e perspicace, cultura estesa, grande rettitudine. Negli uffici amministrativi della sua provincia tenne sempre un posto altissimo per intelligenza e zelo. Il suo consiglio era richiesto premurosamente e seguito di buon grado, perché ispirato da una elevata intelligenza e da una coscienza retta.
Eletto deputato di Avellino nel 1882, Donato di Marzo acquistò rapidamente la stima e l'amicizia dei suoi colleghi e prese molta parte ai lavori legislativi, portando in ogni questione da lui studiata un tesoro di cognizioni.
Alieno da ogni ambizione e da ogni vanità, egli disdegnava di farsi innanzi e di mettersi in vista, preferiva il lavoro modesto, rassegnandosi ben volentieri a lasciare ad altri gli onori. Non vi era materia attinente alla vita del nostro paese che egli non conoscesse a fondo, massime l'ordinamento delle amministrazioni locali, della finanza, degli istituti di beneficenza, dell'esercito e della marina.
A sentirlo discorrere con tanta competenza e dottrina di questioni tecniche, di costruzioni delle navi da guerra, di artiglieria, sorgeva spontaneo nell'animo un sentimento di viva ammirazione.
Io rimpiango, e sono certo di interpretare il sentimento del Senato, l'eletto gentiluomo, il valoroso parlamentare che ci è venuto a mancare e, col cuore commosso, mi associo alla proposta del nostro illustre collega l'onorevole Finali di esprimere alla famiglia e alla città di Avellino le condoglianze del Senato per così improvvisa e dolorosa perdita di un uomo benemerito del paese. (Vive approvazioni).
LUZZATTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUZZATTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Per la chiarezza dell'ingegno, per la cultura eletta, per i servigi eminenti resi al Parlamento, l'onorevole Di Marzo lascia di sé una memoria onorata e cara. Il Governo col cuore si associa alle nobili parole del Presidente e degli altri oratori del Senato che l'hanno così degnamente commemorato. (Approvazioni).
PRESIDENTE. In conformità delle proposte fatte dagli onorevoli Finali e Mazziotti, mi farò premura di rendermi interprete, presso la città di Avellino, dei sentimenti di condoglianza del Senato per la perdita del caro collega.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,10 febbraio 1911.