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DI CAMPELLO Pompeo

22 dicembre 1874 - 06 ottobre 1927 Nominato il 06 ottobre 1919 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Lazio

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi, durante le vacanze parlamentari lutti dolorosi ci hanno colpito. [...]
Il 6 ottobre una triste nuova ci giunse, quella dell'improvvisa scomparsa del conte Pompeo di Campello, spentosi poco più che cinquantenne nella sua villa di Campello sul Clitunno. Parve a tutti incredibile che il collega affettuoso, il gentiluomo leale, simpatico e giovanilmente attivo, che ancora due o tre dì innanzi era, sorridente ed alacre, nelle sale del Senato, fosse così d'improvviso scomparso.
Il 22 dicembre 1874 era egli nato in Roma, dal conte Paolo, illustre cultore di studi storici e dalla principessa Maria Bonaparte, e ne aveva attinto le più elette virtù. Si era dato con passione alla carriera militare e per vari anni, brillante ufficiale di cavalleria, fu distinto e benemerito istruttore nelle Scuole di Pinerolo e Tor di Quinto. Uscito poi volontariamente dal servizio attivo, volle esser richiamato appena scoppiata la guerra libica e fece tutta la dura campagna, guadagnandosi una ferita ed una medaglia d'argento al valor militare, premio al suo contegno coraggioso. Dichiarata la guerra all'Austria, tornò nuovamente in servizio e fu quasi sempre in prima linea, nel Trentino, in Albania e a Gorizia, dimostrando ovunque grande sprezzo del pericolo, unito ad una calma e ad un'energia ammirevoli: e si meritò una seconda medaglia d'argento. Fu anche a Parigi, membro della missione militare italiana alla fine della guerra. Per parecchi anni ricoprì l'alta carica di gentiluomo di corte di Sua Maestà l'augusta nostra Regina.
Attivissimo in molti campi, era anche molto conosciuto ed amato nel mondo sportivo, e fu membro autorevole di numerose società e commissioni. Studioso di storia e di araldica, era apprezzato membro della Commissione araldica romana.
Il 6 ottobre 1919 era entrato in Senato e si era subito procacciato le universali simpatie e la stima di tutti i colleghi, anche per la sua grande attività. Appartenne ad importanti commissioni, come quelle per il regolamento interno e per la verifica dei titoli dei nuovi senatori. Fu per due anni eletto dalla fiducia dei colleghi alla carica di questore, e vi si segnalò per il grande zelo, la profonda scrupolosità e rettitudine che portava in ogni suo atto: noi suoi colleghi dell'Ufficio di Presidenza lo avemmo carissimo e fummo addolorati quando volle lasciare la carica. Dette anche opera utilissima alla discussione ed alla elaborazione d'importanti provvedimenti legislativi: fra gli altri a quelli sulla caccia e sull'ordinamento dell'esercito.
La sua scomparsa è grave perdita per il Senato e lascia negli animi nostri una profonda tristezza. All'amico e collega diletto, all'impareggiabile gentiluomo, al benemerito cittadino il Senato invia il suo mesto commosso pensiero, mentre porge alla desolata famiglia di lui le più profonde condoglianze. (Approvazioni vivissime).
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. In nome del Governo dichiaro di associarmi alle nobili parole di compianto pronunciate dal Presidente per la scomparsa degli illustri membri di questa sede.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 dicembre 1927.