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DI BLASIO Scipione

26 ottobre 1834 - 11 gennaio 1901 Nominato il 25 ottobre 1896 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Molise

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Stanislao Cannizzaro, Vicepresidente

Signori senatori,
anche oggi debbo annunziarvi la perdita di due nostri colleghi avvenuta in questo breve periodo di vacanze: i senatori Miraglia e Di Blasio. [...]
Il senatore Scipione Di Blasio, morto a Napoli l'11 di questo mese, era nato a Casacalenda il 26 ottobre 1834.
Il suo ingegno, il suo patriottismo e le sue tanto pregevoli doti morali furono ben presto apprezzati dai suoi conterranei, i quali, appena egli raggiunse l'età prescritta dalla legge, lo elessero deputato al Parlamento nazionale nella IX legislatura per il collegio di Larino. E tale mandato gli confermarono nelle successive legislature fino alla XVIII, quasi sempre all'unanimità, anche nel periodo che quel collegio fu compreso in quello di Campobasso I per l'introduzione dello scrutinio di lista.
Egli acquistò bentosto stima e considerazione nella Camera elettiva, la quale lo elesse questore nella 1ª e 2ª sessione della XIII legislatura, e si adoperò perché non insistesse nella rinuncia a quella carica che egli diede e mantenne nel 1879 per il delicato motivo di non poterne più adempiere con solerzia ed assiduità le funzioni. La Camera altresì nel 1892 non accettò le dimissioni da deputato che egli chiese per delicati e nobilissimi motivi in seguito a sventure di famiglia.
Politicamente appartenne alla Sinistra, alla quale, egli disse, aveva consacrato anima e corpo, e della quale divideva lotte, speranze e desideri.
Perciò nel 1883, fermo nei suoi principii, avversario del trasformismo, declinò l'offerta fattagli dal Depretis del segretariato generale ai lavori pubblici, e soltanto nel 1889 accettò di far parte del gabinetto Crispi, come sottosegretario di Stato al Ministero dei lavori pubblici retto dal ministro Finali.
E tale ufficio egli accettò di buon grado non solo per le simpatie politiche che lo legavano al capo di quel Ministero, ma perché l'argomento dei lavori pubblici e dei provvedimenti finanziari che vi si connettono era stato oggetto di suoi studi assidui, a compire i quali aveva anche espressamente intrapreso ripetuti viaggi all'estero.
È questa anche la ragione perché nella Camera trattò di preferenza di costruzioni ferroviarie tanto dal lato tecnico che da quello amministrativo e di altri soggetti riguardanti lavori pubblici; e perché anche in Senato, per quanto la sua malferma salute glielo permetteva, prese viva parte all'esame di progetti di legge attinenti allo stesso argomento, fra cui specialmente quello sulle bonifiche.
A ragione dunque rendiamo oggi omaggio alla memoria del senatore Di Blasio, carattere fermo e leale, esempio di probità nella vita pubblica e privata, ed uno dei più intelligenti e colti membri del Parlamento italiano (Approvazioni). [...]
FINALI, ministro del tesoro. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FINALI, ministro del tesoro.Il Governo si associa alle giuste lodi pronunciate dall'onorevole nostro Presidente riguardo a Scipione Di Blasio.
A me però è ben doloroso, che le prime parole che io pronuncio da questo banco in nome del Governo, siano consacrate alla memoria di un amico carissimo che ebbi collaboratore coscienzioso e zelantissimo nell'amministrazione dei lavori pubblici. Avendolo avuto per due anni circa sottosegretario di Stato, mi sono trovato in grado di apprezzare meglio di ogni altro quanta fosse la dirittura del suo giudizio, la nobiltà dell'animo suo, la devozione intera, assoluta al pubblico bene.
La commozione mi vieta di aggiungere altre parole, perché l'annunzio inaspettato della sua morte fu per me un colpo assai grave.
Il nome di Scipione Di Blasio, patriotta, deputato, senatore, che si segnalò nel Parlamento e nella pubblica amministrazione, sempre animato da principii politici non mai partigiani, merita di essere ricordato.
Egli apparteneva a la Sinistra parlamentare, ma il fatto stesso di essere venuto con me al Ministero dei lavori pubblici, prova come egli in politica non parteggiasse, e che si inspirasse sempre al bene pubblico, al quale consacrò tutto se stesso.
Coloro che lo hanno conosciuto serberanno riverente, affettuosa memoria di quest'uomo tanto virtuoso, discreto e tanto modesto; in me, suo collega ed amico, la sua memoria sarà inestinguibile. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 gennaio 1901.