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DESIMONE Giuseppe*

06 aprile 1811 - 19 febbraio 1894 Nominato il 12 giugno 1881 per la categoria 12 - I consiglieri del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti dopo cinque anni di funzioni provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Ho anche oggi un mesto dovere da compiere: debbo parteciparvi la morte di sei colleghi. [...]
Un telegramma ricevuto or ora mi annunzia essere iersera morto in Napoli il senatore Giuseppe Desimone seniore.
In Napoli aveva desso sortito i natali, addì 6 aprile 1811; apparteneva a quest'Assemblea da oltre dodici anni.
avvocato valente, era entrato, col grado di segretario generale d'intendenza l'anno 1848, negli uffici pubblici, dai quali la reazione trionfante a non lungo andare lo cacciò, come quegli che per liberi e nazionali spiriti era segnalato. Andò in esiglio.
Il bel nome di giureconsulto più tardi conseguito, fece sì che al riordinarsi della magistratura napoletana nel 1862, egli fosse nominato consigliere di Corte d'appello e dopo un decennio di Corte di cassazione.
Uscì dalla carica per ragione di età l'anno 1886, nella curia e nel foro lasciando rimembranza di magistrato dotto ed integerrimo. Così il volume da lui dettato nel 1880 sul "Riordinamento delle Opere pie della città di Napoli" è splendido documento della mente e dell'animo di lui, intesi a ricercare i modi onde dai numerosi e ricchi istituti la maggior somma di bene per i derelitti potesse trarsi.
Alla memoria del magistrato sapiente, del cittadino egregio, in nome del Senato, tributo onore. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole ministro guardasigilli.
CALENDA, ministro di grazia e giustizia. Dolorosa quanto improvvisa mi è giunta la nuova della morte del senatore Giuseppe Desimone; ed io non saprei astenermi, non come membro del Governo, ma come membro della magistratura dallo spendere una parola di compianto sulla memoria di Desimone.
Fu egli un liberale, e non della vigilia; egli patì persecuzioni, credo anche giudizi e condanne, per amore alla libertà e alla patria, e ne fu rimunerato dopo molti anni dell'esercizio dell'avvocheria, nella quale ebbe nome onorato, al sorgere de' nuovi tempi col posto di consigliere alla Corte d'appello di Napoli.
E lì egli spiccò tra i primi; e fu portato poi al supremo Collegio, dove io il trovai già grave di anni allorché vi fui chiamato a reggere il pubblico ministero. E solamente gli anni potettero cavarlo dalla magistratura; ma fu tale l'affetto che egli portò al suo ufficio, così egli si sentiva attratto ad essere il sacerdote della giustizia, del vero, che uscitone a 75 anni compiuti, si prestò a tenere la presidenza del gratuito patrocinio insino agli ultimi giorni, può quasi dirsi, di sua esistenza.
Ma non soltanto l'avvocato, non soltanto il magistrato egli fu tra i più eletti, non solo il giurista, ma fu il cittadino veramente amante della cosa pubblica.
Trattò in vari opuscoli le questioni attinenti allo Stato ed alla Chiesa, e da vero maestro quelle della pubblica beneficenza in Napoli.
Prescelto al governo del maggior ospedale di Napoli, degli'Incurabili, il tenne fino ad un anno fa.
Soltanto la gravezza degli anni e l'infermità, vinsero quell'uomo e il sottrassero alle esigenze della vita pubblica.
Con questa breve commemorazione intendo associarmi alle nobili parole di compianto del nostro illustre Presidente, e porgere ancora un tributo di affetto alla memoria di Desimone a nome della magistratura, della quale ho l'onore di trovarmi a capo (Bene).
CRISPI, presidente del Consiglio. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISPI, presidente del Consiglio. Il Governo si associa di gran cuore alle commemorazioni che vennero fatte dal Presidente prima e dagli altri oratori poi, degli estinti senatori, la cui perdita tutti deploriamo.
Il Governo non crede di aggiungere parole perché ogni nostra espressione diminuirebbe il valore di quelle pronunciate e che voi avere ascoltato con riverente attenzione.
PRESIDENTE. Come il Senato ha udito il senatore Bonvicini, al quale si è associato il senatore Tabarrini, propone che siano inviate le condoglianze dell'Assemblea alle famiglie dei senatori dei quali oggi si è fatta la commemorazione.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvata).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 20 febbraio 1894.