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DEODATI Edoardo

21 luglio 1821 - 24 novembre 1896 Nominato il 16 novembre 1876 per la categoria 16 - I membri dei Consigli di divisione dopo tre elezioni alla loro presidenza provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Pia e civile usanza richiama sul mesto mio labbro i pregi che adornarono, il bene che i colleghi estinti durante la proroga della sessione, vivendo operarono. [...]
L'ultima ora del giorno 24 di questo mese fu l'ultima della vita del senatore Edoardo Deodati.
Era nato a Portogruaro il 21 luglio 1821: di Venezia, dove a lungo visse e morte subitanea lo spense, fu uno dei cittadini più cospicui.
avvocato dall'ingegno duttile, dall'eloquenza posata, primeggiò nel foro. Perché lo studio e la profonda cognizione del diritto non lo irretirono nella sola giurisprudenza, ma spaziando per molti rami dello scibile, ne aveva attinto cultura ampia e svariata. Dalle molte cognizioni l'arguto oratore cavava le disquisizioni sagaci, la finezza del ragionare condito di atticismi, cui il porgere e l'accento bonario accrescevano coll'impreveduto il sapore. Spesso e volentieri discosto dall'opinione comune, sapeva avvalorare la propria con corredo non Comune di erudizione e di logica; quand'anco non vincesse, teneva testa con ragioni appariscenti, sode.
Del Senato fu frequentatore assiduo, poiché vi fu ascritto il 16 ottobre 1876. Le discussioni sui codici, sulla procedura, intorno al bilancio di grazia e giustizia, alla legge sul notariato, e ad altro più particolarmente riferentesi alla professione sua, ne posero in evidenza il sapere e l'eloquio.
La sua valentia di economista e di finanziere si rivelarono quando trattò del bilancio di agricoltura, dei provvedimenti sulla marina mercantile, delle convenzioni ferroviarie, del credito agrario, del corso legale; la riforma della legge elettorale politica, della comunale e provinciale ne misero in luce la singolare pratica delle pubbliche aziende: in ogni argomento ne apparve l'avveduto e sicuro criterio politico. Anch'egli aveva, sin dal tempo della servitù, amato la patria di amore operativo e per la indipendenza cospirato e patito; e la incolumità del bene a gran prezzo conseguito stava in cima ai suoi pensieri.
Il Consiglio provinciale di Venezia, cui per lunghi anni appartenne, e per nove volte diresse; la Scuola superiore di commercio di cui fu fondatore e presiedette il Consiglio direttivo; la Giunta di vigilanza sull'istituto tecnico e nautico, al lume della sua mente, all'impulso del suo zelo furono debitori di savie norme, di andamento rigoglioso.
Dal 1886 l'Istituto veneto, onorandolo, se ne adornò.
A stringere tutto, come in ogni esplicazione della vita libera della sua Venezia, così in quest'Assemblea, per quanto v'appartenne, fece manifeste e chiare qualità esimie di amministratore, d'oratore, di statista.
Ed oggi al foro, a Venezia ed al Senato, per la morte di Edoardo Deodati, son venuti meno una opinione dotta e faconda, un buon consiglio, un animo diritto (Benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 novembre 1896.