DELLA VERDURA (BENSO) Giulio
13 luglio 1817 - 21 giugno 1904 Nominato il 16 novembre 1862 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza SiciliaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Signori senatori! Sono dolente di dover annunziare al Senato che ieri 21, verso le undici, cessò di vivere a Palermo, dov'era nato nel 1817, altri dicono nel 1816, il duca Giulio Benso della Verdura, uno fra i più antichi senatori del Regno. Egli, infatti, apparteneva a questo alto consesso dal 16 novembre 1862, e così, quando alcuni fra voi non avevano ancora aperti gli occhi alla luce del sole, il duca della Verdura aveva già l'onore di sedere sopra questi banchi.
Il duca della Verdura fu un vero patriota. Basti dire che si distinse fra i primi ed i più valorosi combattenti nella gloriosa giornata del 12 gennaio 1848, e chiamato indi a poco a sedere nel Parlamento siciliano, si schierò fra i più audaci che più tardi doveano trarre sul loro capo i folgori delle vendette borboniche. Però il bravo patriota non disperò mai dei destini della patria, e non è da meravigliare che nel 1860 il nome di lui sia ricomparso fra i Capi della sollevazione generale dell'Isola insorta felicemente sotto la bandiera di Re Vittorio Emanuele II. A buon diritto, adunque, gli spettava l'onore del seggio infra i benemeriti del risorgimento italiano.
È giustizia soggiungere che il duca della Verdura seppe con la sua operosità acquistarsi nuovi titoli alla benemerenza dei suoi compatrioti. Sindaco di Palermo, diede tutto se stesso all'osservanza dei suoi doveri nell'interesse dei suoi Concittadini, i quali ricordano anche oggi, con amore e riconoscenza, i benefizi ottenuti durante la sua amministrazione. Ché se l'esito non corrispose sempre, come egli avrebbe voluto, agli sforzi dell'amministratore, vuolsi pure tener conto al duca della Verdura dell'abnegazione con la quale accettò e tenne per assai tempo l'ufficio di direttore generale del Banco di Sicilia.
Da parecchio tempo il nostro collega, affranto dagli anni, aveva cessato di prender parte ai nostri lavori, ma la nobile figura di quel veterano sta tuttavia e rimarrà viva lungamente davanti al nostro sguardo, come il nome del duca della Verdura si raccomanda giustamente alla memoria di ogni buon italiano. Così Iddio grande dia pace all'anima di quel valoroso uomo, il cui nome rimarrà scritto nella storia fra i cittadini che concorsero più efficacemente alla redenzione della patria. (Approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 22 giugno 1904.