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DE SAUGET Guglielmo

01 aprile 1820 - 17 maggio 1897 Nominato il 07 giugno 1886 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Calabria

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! [...]
Il tenente generale Guglielmo De Sauget, morto a Napoli il 17 di maggio, fu uno dei più distinti ufficiali che dall'esercito napoletano, l'anno 1860, passarono nell'italiano.
Quantunque egli avesse allora soli quaranta anni di età, per esser nato in quella città il primo aprile 1820, da ben trentadue apparteneva ai ruoli della milizia, ascrittovi fin da fanciullo, quale volontario, come gli ordinamenti di allora comportavano. Alunno nel collegio militare, indi soldato ed alfiere nei cacciatori ed anche nell'artiglieria vi era poi promosso primo tenente poco più che ventenne, e per vent'anni rimaneva in quell'arma, salendo ai gradi di capitano e di maggiore. Con questo stesso trasferito il luglio 1860 nel corpo di Stato maggiore, al 1° d'agosto diventò luogotenente colonnello. Colonnello per decreto dittatoriale dell'ottobre, dovette rassegnarsi a tornare al grado inferiore quando nel 1861 furono uniti i due eserciti; quantunque lo scorcio dell'anno precedente e quasi tutto quello rimanesse in Napoli e come sotto direttore del dicastero della guerra durante la luogotenenza, per conoscenza d'uomini e pratica di ordinamenti aiutasse efficacemente a metter ordine e dare norma al cessare dell'azienda, dallo sfacelo borbonico e dall'arruffio rivoluzionario, tutta sconvolta.
Di nuovo colonnello, per quattro anni resse il collegio dove era stato educato: difficile incarico sempre, ma più in momenti nei quali urgeva innovare svecchiando, sostituire nuovi ad antichi metodi d'insegnamento, introdurre norme disciplinari ed educative diverse, svellere inveterate consuetudini, che dalla scuola si abbarbicavano alle famiglie, da queste mettevan capo all'istituto.
Furono questo ufficio ed il precedente i due nei quali si parve a chi nol conosceva quanto meritasse la buona riputazione e quale fosse l'uomo. Mente soda ed equilibrata, cultura generale e nelle cose militari non ordinaria, squisita educazione: il contegno, gli atti, il porgere suo eran da soldato. La bella persona, il nobile sentire, la dignità del tratto rivelavano un'anima pura, in petto valoroso.
Comandante una brigata mista di fanteria nell'ultima guerra d'indipendenza, fu della 16ª divisione, la quale agli ordini del principe Umberto costituì la destra dell'esercito e nella giornata di Custoza stette attelata a battaglia davanti a Villafranca: la fortuna non lo favorì d'uno scontro.
Poco dopo maggior generale, alla testa della brigata Savona nel 1870 penetrò in Roma dal lato di Porta San Giovanni, assieme alla divisione Angioletti della quale faceva parte. Il modo lodevole con che condusse le truppe e dispose l'assalto, l'ottima posizione sulla quale formò contro le mura una batteria di quattordici pezzi furono premiati colla commenda della Corona d'Italia.
Nel 1877 avanzato a tenente generale, successivamente comandò le divisioni di Salerno e di Napoli, i corpi d'Armata d'Ancona e di Bologna; fu trasferito nel servizio ausiliario il 14 settembre 1888, il 16 aprile 1892 nella riserva.
Dal giugno 1886 apparteneva al Senato: la medaglia mauriziana dei dieci lustri, poco appresso premiò pure altrimenti la lunga sua carriera. La quale se, per le circostanze del suo nascere e del suo militare, avesse avuta la fortuna di più ampio cimento sui campi del patrio riscatto, avrebbe certo dato a Guglielmo De Sauget gli splendidi successi cui mente ed animo l'avean nato. Non glieli consentì il triste tempo del meglio dell'età sua. Ma non obliando, né contravvenendo mai ai doveri dell'assisa, anche in mezzo a quella tristizia, il cavaliere onorato ebbe la stima della gente da bene, e coll'animo diritto percorse, non senza traversie ma sereno, tutto il lungo suo mortale cammino. (Benissimo).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,25 maggio 1897.