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D'AQUINO Michele

17 maggio 1870 - 19 febbraio 1956 Nominato il 20 ottobre 1939 per la categoria 08 - I primi presidenti e presidenti del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti provenienza Basilicata

Commemorazione

 

Enrico Molè, Vicepresidente

[...]
Azara. Domando di parlare.
Presidente. Ne ha facoltà.
Azara. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto la parola perché ha cessato di vivere il senatore Michele D'Aquino, che, dopo lunga ed onorata carriera, fu per molti anni Presidente di sezione della Corte di cassazione. Io che lo ebbi vicino quale stimato collega e caro amico sono certo di interpretare anche il pensiero di tutti i magistrati ed il loro sentimento nel ricordare in questa Aula che Michele D'Aquino lasciò negli uffici assegnatigli e particolarmente nella presidenza del Tribunale di Napoli, nella presidenza della Corte di appello di Bologna ed anche nella Corte di cassazione un ricordo non soltanto di dottrina e di scienza giuridica, ma anche di rettitudine, di buon senso e di equità, che sono qualità preziose per un magistrato. Ritengo che sia per me doveroso pregarla, onorevole Presidente, di rendersi interprete presso la famiglia del sentimento di solidarietà nel dolore da parte del Senato.
Presidente. La Presidenza si associa al senatore Azara nel rendere omaggio alla memoria dell'onorevole Michele D'Aquino, conformemente al costume del Senato repubblicano di inchinarsi agli uomini che hanno bene meritato dalla Patria in qualunque epoca e sotto qualunque forma istituzionale.
Michele D'Aquino è uno di questi. Lo abbiamo conosciuto alla Corte di cassazione di Roma e alla Corte di appello di Bologna, questo figlio della Basilicata. Questa piccola regione con una sola provincia ha dato tanti grandi giuristi al nostro Paese. E secondo la tradizione dei giuristi lucani, Michele D'Aquino intendeva l'umanità e la socialità del diritto e risolveva i rapporti della vita ricordando che dalla vita sorge il diritto e che il diritto non deve, per preoccupazioni teoriche e preziosismo scientifico, sacrificare la vita. Introdusse l'equità per temperare la rigida regola iuris. Era amato come il buon giudice e aveva rapporti di familiarità con avvocati e colleghi anche quando raggiunse i più alti gradi. A Roma, a Bologna era tout court Don Michele. Probo, onesto, colto nell'esercizio del suo alto magistero, anche nei tempi più difficili non piegò dinanzi ai potenti, né s'inchinò ad alcuna forma di coazione; e noi conosciamo episodi veramente memorabili di questa sua indipendenza. Egli amava ricordare quello che una volta disse il grande Gladstone, e cioè: «L'Inghilterra mantiene un esercito ed una marina per garantire l'indipendenza della Magistratura».
Ritengo pertanto che il Senato debba associarsi all'omaggio reso ad un uomo che ha chiuso una vita onorata, con la coscienza di avere compiuto tutto il proprio dovere.
Gonella, Ministro senza portafoglio. Domando di parlare.
Presidente. Ne ha facoltà.
Gonella, Ministro senza portafoglio. Il Governo si associa alle nobili parole del Presidente del Senato e del senatore Azara in ricordo dell'onorevole Michele D'Aquino, di cui è ampiamente noto il servizio reso alla Giustizia e alla Patria.

Senato della Repubblica, Atti parlamentari. Resoconti stenografici, 22 febbraio 1956.