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D'ANDREA Giovanni Andrea

24 ottobre 1804 - 09 marzo 1879 Nominato il 16 novembre 1876 per la categoria 11 - I presidenti di classe dei magistrati di appello dopo tre anni di funzioni provenienza Calabria

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Sebastiano Tecchio, Presidente

Signori senatori:.
Il 9 di questo mese è mancato ai vivi nella città di Napoli il commendatore Giovanni Andrea D'Andrea, che fu nostro collega poco più che due anni.
Era nato il 24 ottobre 1804 nel Comune di Bova della Provincia di Reggio di Calabria. Il padre lo fece allevare agli studi classici e giuridici; e, acciocché li menasse a perfezione, lo inviò a Napoli. Nelle scuole tenne un posto eminente. Attesa la sua natura pacata e tranquilla, anziché mettersi nella carriera rumorosa del foro, elesse quella della magistratura.
Giovanissimo, fu segretario della procura generale della gran Corte criminale di Napoli. Nel 1848, nominato giudice civile colle funzioni di giudice di gran Corte criminale. Giusto, indipendente, adempiva i suoi doveri con animo religioso. Alle voglie illiberali di quel Governo non si piegò. Toltagli la carica di giudice dopo il 15 maggio, quando il Governo vôlse decisamente a tirannide, fu applicato alla Segreteria della Corte di cassazione: ma per poco tempo; perché, correndo sempre le cose alla peggio, venne rimosso dall'impiego.
In quella, il padre suo ed il fratello, fieramente perseguitati, erano sottoposti a giudizio capitale per accusa politica: ond'egli, lasciata Napoli, andò ad assisterli davanti la Corte criminale di Catanzaro.
La privazione dell'impiego gli è durata più che dieci anni: e frattanto non poté nemmeno ottenere il permesso di esercitare la professione di avvocato.
Nel 1860, ristabilitosi il reggimento costituzionale, ei fu assunto un'altra volta all'ufficio di giudice, col plauso di tutti.
Poi il Governo del dittatore lo nominò segretario generale nel Ministero di grazia e giustizia.
Cessata la dittatura, tornò a' magistrati. E come presidente di Corte d'assise, fu il primo ad inaugurare il giudizio per giurati: nella quale bisogna, a quel tempo difficile più che mai, dimostrò grande sapienza e grande carattere. I giudizî compìti sotto la sua direzione furono tenuti saldi dalla Corte di cassazione.
Nella organizzazione giudiziaria del 1862 fu inscritto fra i consiglieri di Corte d'appello di 1ª categoria. In breve diventò presidente di sezione; e in codesto grado continuò sino all'ultimo de' suoi dì.
La sua imparzialità, la dottrina, la bontà veramente straordinaria gli cattivarono le simpatie e la stima della magistratura e del foro.
Eletto senatore del Regno nel 16 novembre 1876, entrò in ufficio il 19 giugno 1877.
Le sue esequie e i discorsi pronunciati sul feretro provarono com'egli avesse l'affetto della cittadinanza di Napoli, la quale, oltreché le sue doti di magistrato, ricorda i sacrifizî fatti dalla sua famiglia e da lui per causa di pubblica libertà.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni 17 marzo 1879.