senato.it | archivio storico

D'ALÌ Giuseppe

07 aprile 1832 - 19 aprile 1915 Nominato il 04 dicembre 1890 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Nel tempo, in cui sono state chiuse le nostre sedute, abbiamo perduto i senatori Fergola, D'Alì, Grenet, Masi, Calvi, Massabò, Villa Tommaso, Campo, Balestra, Tournon, San Donnino, Di Martino, Florena, Salvarezza Cesare. [...]
Il senatore Giuseppe D'Alì, nato in Trapani il 7 aprile 1832, vi morì il 19 dell'aprile ultimo. Al Senato era de' nominati nel 4 dicembre 1890: ma da ultimo, impotente a darvi la presenza, esprimeva, nelle principali occasioni, quanto fosse qui con il desiderio. La scelta meritò per l'uso fatto degli estesi possessi e de' ricchi redditi a vantaggio dell'industria e del commercio. Le sue vaste saline diedero e mantennero al porto di trapani la vita dell'esportazione. Lo stabilimento enologico, da lui fondato, è uno dei maggiori, non che dell'isola, di tutta l'Italia. Ornato di studi, fatti in Palermo ed in Napoli, alle cognizioni finanziarie ed ai negozi bancari specialmente accudì. Fu di Trapani sindaco, consigliere e deputato provinciale, Presidente della Camera di commercio e della giunta di vigilanza dell'Istituto tecnico; onde in città e Provincia di tal cittadino rimane grata memoria; alla quale noi rendiamo pure il dovuto onore. (Bene). [...]
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Domando di parlare.
PRESIDENTE, Ne ha facoltà,
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Assolvo il compito altrettanto onorevole quanto doloroso di esprimere a nome del Governo tutta la simpatia riverente, che esso prova innanzi ai gravi lutti, che quest'alto consesso ha subiti; e in questa simpatia si contiene il pieno consenso al tributo di riconoscenza e di lode, che le inspirate parole del Presidente illustre e degli altri senatori hanno apprestato alla memoria degl'insigni uomini, di cui piangiamo la perdita.
Ascoltando quelle parole, la mia mente quasi astraeva dalle persone singole, e al di sopra degli uomini commemorati, io vedevo passare innanzi ai miei occhi tutta una serie di vite nobilmente spese nei campi più diversi: dall'esercito all'amministrazione civile, dal Parlamento alle amministrazioni locali, dalle aule della giustizia alla cattedra della scuola e così via via - forme di attività diverse, ma congiunte tra loro da quest' unica idea e da quest'unica fede: il servizio reso alla patria (Bene! Bravo!).
E pensavo a quanti tesori di sapienza e di patriottismo in quest'Aula nobilissima si racchiudono. Né io nulla aggiungerei a quanto così egregiamente è stato detto; ma concederà il Senato che trovi qui un'eco la vibrazione di talune note particolari, che o per ragioni personali o per ragioni di ufficio più vivamente palpitano nell'animo mio, a proposito, della dipartita di alcuni valentuomini.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1915.