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D'ADDA Emanuele

24 marzo 1847 - 19 ottobre 1911 Nominato il 10 ottobre 1892 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! Non dimentichiamo quelli de' nostri, che abbiamo perduti durante l'intervallo, in cui siamo stati separati. [...]
Del più cospicuo patriziato lombardo, Emanuele D'Adda, marchese di Pandino, nato in Milano il 24 marzo 1847, morì in Arcore il 19 ottobre. La nobile e ricca famiglia, onde egli discendeva, fu di quell'aristocrazia milanese, che, non piegata alla dominazione austriaca, dal 1821 tenne lo sguardo al di là del Ticino per il soccorso a liberarsene, e parteggiò al cospirare ed all'insorgere fino ai giorni fortunati.
Il giovane marchese Emanuele uscì di adolescenza, quando libero era il suolo suo natale; ma, non del tutto compiti i destini d'Italia, ambì di arrolarsi all'esercito; e nel 1867 fu ufficiale di cavalleria. Raggiunto il grado di capitano, entrò nella riserva; e tanto per tutta la vita tenne a vanto la divisa, che fu sua ultima volontà di non avere altri onori funebri, che quelli dovuti al suo grado militare. Il lustro del casato e le dovizie nulla tolsero all'indole mite e cortese, all'animo generoso e benefico del compianto collega; al quale non mancò coltura, anzi abbondarono le cognizioni, specialmente le agrarie. Se ne pregiarono i milanesi nelle civiche amministrazioni; a molti provvidi istituti diede vita e sussidio; alla carità fu larga la sua mano. Per molti anni fu amatissimo presidente della Società dell'unione di Milano. I voti degli elettori del 1° collegio di Pavia gli conferirono il mandato politico, che esercitò alla Camera nelle legislature XV, XVI e XVII in quel gruppo di giovani deputati lombardi, che si chiamò agrario e prese ad affrontare la questione sociale. Fu nominato senatore il 10 ottobre 1892; e, parimenti che nell'altra Camera, fra noi fu assiduo e considerato.
Come in vita, ha beneficato in morte, legando liberalmente; e sarà suo bel monumento il nome di benefattore scritto sotto il blasone. (Benissimo). [...]
Ha facoltà di parlare il senatore Levi Ulderico.
LEVI ULDERICO. Amico da lunga data, compagno d'arme, collega per molti anni nei due rami del parlamento, del compianto senatore marchese Emanuele D'Adda, estimatore delle doti che lo adornavano e delle quali i molti atti da lui compiuti e provarono l'elevatezza, chieggo di potermi associare alle parole che, in omaggio alla sua memoria sono state or ora pronunziate dall'illustre nostro Presidente e propongo che la nostra presidenza invii alla nobile vedova, condoglianze speciali in nome del Senato. (Approvazioni). [...]
VIGONI GIUSEPPE. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VIGONI GIUSEPPE. [...] Il D'Adda, appena scoppiata la guerra del 1886, fu soldato, quindi deputato al Parlamento ed in seguito si dedicò alle cure dell'agricoltura, dedicandovi anche parte del suo patrimonio.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 febbraio 1912.