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CUSA Niccolò

20 febbraio 1821 - 27 agosto 1893 Nominato il 01 dicembre 1870 per la categoria 17 - Gli intendenti generali dopo sette anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Pietosa consuetudine vuole che noi mestamente volgiamo il primo pensiero ai nostri trapassati.
Dico adunque che dappoi il nove di agosto morirono i senatori Di Baucina, Visone, Cusa, Plezza, Muratori, Brunet, Scacchi, Martinelli, Di Calabiana, Guala, Minich. [...]
Il giorno 27 di agosto, dopo lungo dolorare si spegneva in Palermo il barone Nicolò Cusa.
Nativo di Corleone aveva a ventun'anni appartenuto all'amministrazione del macino. Mente colta, animo libero, naturale inclinazione lo indettarono cogli insofferenti del mal Governo borbonico. Nel 1848 fu deputato al parlamento siciliano; fuggì alle rappresaglie della restaurazione riparando in Toscana. Ed in Firenze visse onorevolmente ed onorato fino a che Garibaldi gli ebbe dischiuso il ritorno nell'isola. Fu pertanto anche esso, il Cusa, di quello stuolo che ramingo dalla natia per le terre d'Italia, mise in comune le speranze, i propositi di tutte; seme d'unione, che il potere della opinione pubblica muterebbe presto in lievito e cemento d'unità politica. Governatore di Girgenti per decreto dittatoriale; consigliere di luogotenenza per l'interno il marzo 1861; prefetto a Catanzaro, a Trapani, a Messina, ad Ancona, a Catania; fu commissario per l'amministrazione di Roma e Comarca l'ottobre 1870. In ognuna di queste cariche si parve quale egregio funzionario fosse, come ad ogni altro rispetto anteponesse i doveri dell'ufficio, che assunto in momenti di patria necessità egli riguardò sempre quale missione intesa a rinvigorire gli alti ideali, i liberi istituti ai quali si era votato.
Del suo operare in questa città, e del conto che se ne fece fu e rimarrà documento la sua nomina a senatore, appunto il dicembre 1870; con che piena soddisfazione gliene era testimoniata.
Da allora e finché ne ebbe balìa assai assiduo alle nostre sedute, in mezzo a noi pure fu tenuto pel degno uomo che era.
Cessò di vivere in età di settantadue anni oltrepassati e morendo non ismentì la vita modesta: ordinò lo si tumulasse da privato.
Sulla tomba di lui il saluto nostro reverente ed affettuoso si intreccia ai mesti sentimenti di chi lo accostò quando visse (Benissimo). [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Il ricordo, fatto dall'illustre Presidente del Senato, dei meriti patriottici, della sapienza e dei servigi resi allo Stato nella scienze e nell'amministrazione dai senatori recentemente defunti, dimostra quanta somma e quanto valore di patriottismo e di scienza sia andata perduta per lo Stato. [...]
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di parlare, pongo ai voti la proposta fatta dal senatore Sprovieri Francesco nella quale è compresa anche quella del senatore Bartoli, che cioè il Senato voglia esprimere le sue condoglianze alle famiglie dei senatori defunti, dei quali ho tessuto l'elogio.
Chi approva questa proposta voglia alzarsi.
(Approvato).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 novembre 1893.