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CORVETTO Giovanni

18 agosto 1830 - 26 luglio 1898 Nominato il 04 gennaio 1894 per la categoria 14 - Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività provenienza Liguria

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Signori senatori! Ora devo compiere un mesto ufficio che è quello di commemorare la vita dei colleghi che furono rapiti da morte nel corso delle vacanze parlamentari.
Nel giorno 26 del passato luglio moriva in Torino Giovanni Corvetto, collega nostro dal 23 febbraio 1894.
Nato a Genova il 18 agosto 1830, il Corvetto si arruolò soldato zappatore in età di 16 anni, e non ancora ventenne veniva elevato al grado di sottotenente di fanteria nel marzo 1849, quando il Piemonte si preparava a scendere in campo un'altra volta contro lo straniero, che oggi è divenuto nostro alleato. Di lui si è potuto dire, e si disse giustamente, che per virtù propria salì gradatamente ai maggiori onori, poiché da semplice soldato nel 1846, e di sottotenente nel 1849, lo troviamo ufficiale d'ordinanza onorario del Re nel 1868, maggior generale nel 1882, tenente generale nel 1887, e comandante il II corpo d'Armata nel gennaio 1893, poi dell'XI nel settembre 1894. Innanzi pertanto che morte lo colpisse, gli venne conferita la medaglia mauriziana per dieci lustri di effettivo servizio nelle armi.
Frattanto il Corvetto, già colonnello nel 1876, si era presentato in quell'anno agli elettori politici di Cagli che lo mandavano a sedere nella Camera dei deputati, e gli rinnovarono il mandato nella legislatura successiva. Di poi, continuò a far parte della Camera elettiva nelle legislature XV, XVI e XVII, come rappresentante del collegio plurinominale di Pesaro ed Urbino, ed è semplicemente giusto affermare, che se il Corvetto fu un valoroso soldato, attese con altrettanto amore al mandato ricevuto dai suoi elettori, mentre negli uffici del Ministero della guerra, dove più tardi, cioè nel 1887, il ministro Bertolè-Viale lo chiamava a coprire il posto di segretario generale, indi sotto-segretario di Stato, vi portava un ampio contingente di operosità e di intelligenza, che a giudizio degli uomini più competenti assicurò al Corvetto un posto distinto tra i cooperatori del nuovo esercito italiano.
Il modesto soldato si era con lo studio, e col lungo amore sollevato a tanta altezza, ed i discorsi da esso pronunciati alla Camera dei deputati, specialmente negli argomenti militari, insieme alle dotte relazioni che ebbe più volte occasione di dettare anche sopra altre materie di molta importanza, quale fu quella, o meglio una delle tre sulle convenzioni ferroviarie del 1885, fanno fede amplissima della intelligenza e dello zelo col quale seppe menar di fronte l'opera del deputato con quella di ufficiale superiore dell'esercito.
Insignito di moltissime decorazioni estere, il generale Corvetto era cavaliere gran croce della Corona d'Italia dal 1894, e recentemente S.M. il Re lo aveva creato di motu proprio cavaliere gran croce dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, quando un morbo crudele lo costrinse ad allontanarsi dalla sede del suo comando, dove la famiglia, i compagni e gli amici speravano ancora di poterlo rivedere fra breve. Ma fu vana lusinga. Dotato di rara energia, guardò in faccia la morte che incontrò da prode qual visse, e morendo ebbe almeno il conforto di lasciare il suo nome sui quadri di quell'esercito che gli era tanto caro, prima di essere collocato nella posizione ausiliaria che gli sovrastava da vicino.
Del generale Corvetto, a cui mancò il tempo di prendere parte attiva ai lavori del Senato, si può ben dire che spese tutta una lunga vita a servizio del Re e della patria. I molti che lo conobbero e lo amarono, ricorderanno lungamente l'amico perduto, e l'esercito sentirà sopratutto l'amara perdita del valoroso uomo che era una delle sue principali illustrazioni. (Benissimo). [...]
DI SAN MARZANO, ministro della guerra. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
DI SAN MARZANO, ministro della guerra. [...]
Devo pur dire parole per un generale che in più modesta sfera di quella del Cosenz ha reso egli pure servizi al paese.
Il generale Corvetto ha lasciato traccia di sé nel ministro ov'egli ha passato gran parte della sua carriera, ed io come ministro della guerra ho sentito il dovere di ricordare la sua memoria.
Il generale Pelloux, presidente del Consiglio, mi ha pregato di esprimere al Senato il rincrescimento da lui provato per non aver potuto intervenire all'odierna seduta ed aggiungere parole di rimpianto per la perdita del generale Cosenz.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,18 novembre 1898.