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CORDERO DI MONTEZEMOLO Massimo

14 aprile 1807 - 05 aprile 1879 Nominato il 02 novembre 1850 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Sebastiano Tecchio, Presidente
Il marchese Massimo Cordero di Montezemolo nacque a Mondovì il 14 aprile 1807.
Compiuti gli studî de' due Diritti, pigliò l'onore della laurea nell'Università di Torino sullo scorcio del 1828.
Poco poi, nel 1830, entrò col titolo di applicato nell'Ufficio del procuratore generale di Sua Maestà.
Ma, saputo che i governanti lo sospettavano di parteggiare pei novatori, esulò assieme con Giovanni e Giacomo Durando, anch'essi di Mondovì'. Tutti e tre questi compagni d'esilio, condottisi nel Belgio, si arruolarono nella legione straniera; sciolta la quale, passarono nell'esercito portoghese, sotto gli ordini di Don Pedro, e combatterono fino al trionfo della causa liberale.
Indi il Montezemolo, che avea il grado di capitano aiutante di campo del duca di Terceira, tornò in Piemonte; e quivi diede in luce «La Rivista mensile - Il Subalpino», che però, colpa le molestie della censura, non ebbe vita lunga, né lieta.
Tramutatosi a Firenze, si legò in amicizia con Gino Capponi, e Cosimo Ridolfi, e Francesco Domenico Guerrazzi, ed altri di chiara fama.
Nel 44 si restituì di nuovo agli Stati del Re; nei quali, venuto il 46, prese parte attivissima ai Comizi agrari che, sebbene velatamente, iniziarono i patrii moti della libertà e della indipendenza dallo straniero.
Fu l'uno dei valentuomini che verso il 48 fondarono nella metropoli torinese il giornale L'opinione; e prese il posto del generale Giacomo Durando nella direzione di quel diario subitoché il generale andò a' servizi del Governo provvisorio della Lombardia.
Nei giorni che precedettero la battaglia di Milano, sedette in quella città Commissario del Re per le Finanze delle province lombarde: né se ne partì se non dopo l'armistizio e l'ingresso degli Austriaci. Partendo, pose in salvo assai documenti di delicata natura.
Addì 18 dicembre del 48, Vincenzo Gioberti, Presidente del Consiglio de' Ministri, inviò il Montezemolo, in uno col vescovo di Savona monsignore Riccardi, legati straordinari a Papa Pio IX in Gaeta. Niuno ignora a cui debbasi che quei legati tornarono disconclusi.
Tre volte il Collegio elettorale di Garessio, della Provincia di Mondovì lo fece Deputato alla Camera subalpina ed in quella si assise tra i più bramosi della italica redenzione.
Pel decreto reale del 2 novembre 1850 fu assunto alla dignità Senatoria.
Sarei soverchio se qui venissi annoverando, anche solo per i titoli, i molti discorsi da lui tenuti all'Alta Assemblea.
Fra gli altri vogliono essere segnalati quelli dal 29 novembre al 10 dicembre 1850 sul disegno di legge della pubblica sicurezza; e quello del 2 dicembre stesso sui negoziati colla Corte pontificia; e quelli del 24 maggio 1851 sui Trattati di commercio e navigazione col Belgio e coll'Inghilterra; e quelli del 16 gennaio e del 21 giugno 1851, l'uno sul Bilancio del Ministero dell'Interno, e l'altro sul Bilancio generale, e quello de' 25 [sic] [leggi 23 dicembre 1851] sullo schema di legge per le Casse di risparmio; e quello del 12 marzo 1853 sul riordinamento delle Camere di commercio; e quello del 2 aprile 1853 sui fortilizi di Casale, e l'altro del 19 giugno 1854 circa le modificazioni e le aggiunte al Codice Penale; e l'altro del 16 marzo 1857 pel riordinamento dell'amministrazione superiore della pubblica istruzione; e l'altro de' 26 febbraio 1862 sulla istituzione della Corte de' Conti.
Né fa bisogno di aggiungere (tanto e' sono presenti alla memoria dell'Assemblea) la sua interpellazione del 24 maggio 1878 sulle condizioni della nostra politica frannazionale; e l'ordine del giorno che, nuovamente sopra il tèma della politica dell'Italia all'Estero, ma questa volta con ispeciale riguardo alla politica interna, egli ha svolto ed ha vinto a suffragi poco meno che unanimi, nella tornata del 21 gennaio 1879.
Nel frattempo ebbe a sostenere varî incarichi e varî officî. Così, nel 1852, era stato Presidente della direzione delle Opere Pie di San Paolo in Torino. Nel 1859, membro della Commissione che ha proposto la legge del Consiglio di Stato. Nel successivo novembre, Governatore della città e Provincia di Nizza. Nel 3 aprile 1860, Governatore a Ravenna; e poi, nel maggio, a Brescia. Nel 31 ottobre, eziandio del 1860, Commissario; e nel 2 dicembre, luogotenente generale del Re in Sicilia. Nel settembre del 1862 Prefetto a Bologna. Nel 31 ottobre del 1867, Prefetto a Napoli. E nel febbraio del 1868 a Firenze, dove rimase sino a che, nel febbraio del 1876, per sua domanda fu posto a riposo.
Tante e sì rilevanti incumbenze, mano mano a lui concedute, e i sommi onori che ne riportò, argomentano i meriti suoi e la stima pubblica che di continuo l'ha accompagnato.
Né il riposo, accordatogli com'io diceva da più che tre anni, gli è valuto a pigrizia o infingardaggine. Anzi, in questi anni meglio che mai, visse la vita del Senatore diligentissimo. Carattere fermo, giudizio retto, cortese a tutti, geloso sino allo scrupolo de' sacri nodi che denno insieme congiungere l'esercizio della libertà e la tutela dell'ordine.
Era pingue della persona; e tuttavia non obeso. Vedendolo assiduo tra noi, nessuno pensava ch'ei fosse prossimo all'ultimo dì. Ma non appena uscito da una delle nostre tornate sul finire del marzo, fu còlto da pleurisia, e nel 5 aprile rapito alla patria, alla famiglia, al Senato.

Senato del Regno, Atti parlamentari, Discussioni, 29 luglio 1879.