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CONELLI DE' PROSPERI Francesco

26 dicembre 1801 - 27 marzo 1877 Nominato il 04 marzo 1852 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Estero

Commemorazione

 

Sebastiano Tecchio, Presidente
Signori Senatori.
Ogni volta che, dopo un intervallo anche breve delle nostre tornate, la devozione all'uffizio ci riconduce a questa Assemblea, mi tocca il còmpito doloroso di recarvi l'annunzio che la morte ha cancellato dall'Albo il nome di uno o più degli egregi che abbiamo avuto a compagni.
Sul finire del marzo è venuto meno il cav. Conelli De Prosperi, Senatore da 25 anni [...]
Francesco Conelli De Prosperi nacque il 25 dicembre 1801 da genitori italiani a Rotterdam, la città nativa di Erasmo. Venuto in Italia tuttavia bambino nel 1807, crebbe agli studi. Amò la dottrina del giure; in questo ottenne la laurea dall'Ateneo Torinese; e sempre poi si compiacque del titolo di avvocato. Ma dell'avvocherìa non pigliò le funzioni. Era fornito di grandi dovizie; e si adoperò soprattutto nelle cose agronomiche. A un tempo stesso attendeva a quelle discipline che meglio importano al governo economico del paese.
Più volte, e per assai tempo, appartenne a varî Consigli comunali, e al Consiglio divisionale del Novarese. Ebbe in quella provincia influenza molta, e molto autorevole; e la meritava, pel senno, per la lunga esperienza amministrativa, per la rettitudine del carattere: ma, alieno da ogni ambizione, quella sua autorità esercitò tranquillamente, modestamente. Procurò bene spesso che fosse fatta ragione alle giuste domande d'altrui: non mai ha mai chiesto nulla per sé.
Tuttavolta le sue virtù domestiche e le civili non rimanevano sconosciute al Governo del Re; che, badando a questesse forse più che all'altissimo censo, con decreto del 4 marzo 1852 lo innalzò alla dignità Senatoria.
Teneva per solito la sua residenza in Villlalesa, su quella incantevole sponda del Lago Maggiore, dal quale per lunghi anni fu segnato il confine politico tra due parti nobilissime d'Italia nostra, il Piemonte e la Lombardia.
Fu benefico a molti; affabile a tutti. Colto da grave malattia, mentre soggiornava a Torino, mandò l'ultimo spirito la sera del 27 marzo. Ha lasciato molte memorie di riconoscenza e di affetto.

Senato del Regno, Atti parlamentari, Discussioni, 25 aprile 1877.