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COMPARETTI Domenico

07 luglio 1835 - 20 gennaio 1927 Nominato il 20 novembre 1891 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Lazio

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Molti e gravi lutti ci hanno colpito nel lungo intervallo dei nostri lavori. [...]
Una luce vivissima si è spenta in Firenze il 20 gennaio col prof. Domenico Comparetti, letterato e storico della più vasta fama.
Egli era nato in Roma il 7 luglio 1835 ed era stato indirizzato agli studi di scienze naturali e matematica nelle quali discipline giovanissimo si laureò iniziando poi modestamente la professione di farmacista. Nessuno avrebbe potuto allora prevedere che egli sarebbe divenuto il forte ellenista che doveva imporsi alla ammirazione universale, ma la grande passione che egli sentiva per gli studi classici ben valse a fargli affrontare con esemplare tenacia i più gravi sacrifici, attraverso i quali, temprato anziché scosso dalle difficoltà che d'ogni parte gli si presentavano, egli seppe formarsi in quel campo una formidabile preparazione. Già a 23 anni si rivelò filologo di grande valore con le due dissertazioni pubblicate nel Reinisches Museum sull'annalista Liciniano e sui discorsi d'Iperide sulla guerra lamiaca, documenti preziosi di una dottrina che subito si presentò come eccezionale. Da allora la sua operosità nei più svariati campi prosegue ininterrotta, poderosa, quale poteva essere quella di uno studioso in cui all'ingegno superiore, alla mirabile erudizione e profonda conoscenza delle letterature e civiltà passate si univano il pieno possesso dei mezzi di ricerca, la conoscenza perfetta di molte lingue che gli consentiva la diretta e sicura interpretazione delle fonti, l'esperienza magnifica acquistata nei lunghi viaggi attraverso i luoghi che avevano visto fiorire quelle civiltà. Con tale meraviglioso corredo culturale egli ebbe della vita passata una visione che non poteva essere più organica e larga, onde dalle sue infinite particolari ricerche, scoprendo fra esse connessioni e rapporti prima ignoti, egli seppe assurgere a mirabili sintesi. Non mi è qui possibile accennare particolarmente alle iniziative ed agli scritti dell'insigne collega: si può sopratutto dire che e nel campo della archeologia e in particolare della epigrafia e papirologia sia greca che latina e nelle discipline filologiche e nel campo delle letterature classiche i suoi studi e le sue indagini hanno gittato la più viva luce svelandoci un passato così lontano da noi che poteva sembrare utopia il penetrarlo. Aggiungerò soltanto che il suo nome è specialmente legato alla più notevole scoperta epigrafica degli ultimi tempi, a quella di Gortina, che ci fece conoscere tutta una serie di leggi del VI secolo avanti Cristo e che insieme con altre importantissime meritò a lui e al discepolo Halbherr, che per incarico suo e a sue spese si era recato ad esplorare l'isola di Creta, il cospicuo e ambito premio Bressa. E dirò pure che molto contribuirono ad accrescere la sua fama due poderose opere Virgilio nel medioevo e il Kalevala o la poesia tradizionale dei Finni nel primo lavoro, studiando la figura del poeta latino e la fortuna della sua Eneidenel tempo, egli fa brillare le sue eccezionali qualità di critico e di erudito, il suo sentimento profondo del bello, la classica eleganza dello stile; nel secondo libro, il Kalevala, in un periodo in cui di questo singolare documento di poesia epica popolare alcuni studiosi più speravano di potersi giovare a conferma della teoria di unaIliade composta di cicli epici di cui Omero sarebbe stato solo l'ordinatore, il nostro eminente collega, con dottrina profonda e in pagine geniali, dimostrò che nessun confronto fra i due poemi era lecito, rivendicando la natura organica del poema omerico e l'opera creatrice del grande poeta antico.
Per l'alto valore scientifico dei suoi studi, Domenico Comparetti fu chiamato alla Cattedra di lingue e letteratura greca nell'Università di Pisa, da cui passò più tardi all'Ateneo fiorentino e per lunghissimi anni onorò la scuola del suo insegnamento, contando fra i suoi discepoli giovani che oggi onorano la scienza italiana e di cui alcuni ben siedono in questa Assemblea. Fu membro delle principali accademie ed istituti scientifici nazionali e stranieri ed era nostro collega fin dal 20 novembre 1891.
Domenico Comparetti fu esempio di fervida operosità fino agli ultimi anni: la donazione al prediletto Ateneo fiorentino della sua ricchissima biblioteca fornita di preziose e rarissime opere fu bella prova del suo grande amore agli studi, della sua aspirazione, che fu sempre ardente, ad affermare e accrescere il valore della scienza italiana di fronte a quella straniera, onde ben egli può essere annoverato fra i grandi italiani che più hanno meritato della patria.
Ora con animo accorato ci inchiniamo dinanzi alla tomba dell'illustre collega perduto e mandiamo un reverente saluto alla memoria da lui mentre porgiamo alla famiglia le più vive condoglianze. (Benissimo).
FEDERZONI, ministro delle colonie. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDERZONI, ministro delle colonie. Il Governo aggiunge una sua parola di reverente compianto alla celebrazione dei senatori defunti, nobilmente fatta dall'illustre Presidente di questa Assemblea. [...]
Ed infine saluto devotamente la memoria gloriosa di Domenico Comparetti, magnifica figura di umanista, di archeologo, di filologo, il cui nome rimarrà nella storia della cultura non italiana soltanto, ma mondiale, come quello del rievocatore della perenne influenza di Virgilio sullo spirito italiano, come quello del restitutore della personalità artistica di Omero contro tutte le arbitrarie congetture di una critica senza anima.
Tutti questi uomini insigni lasciano un ricco retaggio di affetti e di esempi. La nazione lo raccoglie e lo saprà degnamente custodire. (Vive approvazioni - Applausi).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 marzo 1927.