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COLOMBO Giuseppe

18 dicembre 1836 - 16 gennaio 1921 Nominato il 11 novembre 1900 per la categoria 02 - Il presidente della Camera dei deputati provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. [...] Il 16 gennaio improvvisamente spegnevasi in Milano uno dei nostri più autorevoli colleghi, il prof. Giuseppe Colombo, che fino al giorno innanzi aveva atteso alle sue molteplici occupazioni con la consueta energia e vitalità non scosse dall'età avanzata.
Nato a Milano il 18 dicembre 1836, egli compì molto brillantemente nell'Università di Pavia gli studi di ingegneria e, giovanissimo, grazie al suo vivido ingegno e alla eccezionale coltura scientifica, dopo di aver insegnato alla Società di incoraggiamento d'arti e mestieri e all'Istituto Carlo Cattaneo di Milano, assurse a soli 28 anni all'insegnamento della meccanica nell'Istituto tecnico superiore.
Né l'attaccamento alla scienza gli attenuò il vivo amor patrio, perché di lì a poco, nel 1866, lasciò la cattedra per partecipare alla guerra d'indipendenza e fu nella colonna mobilizzata per la difesa dello Stelvio sotto il comando del senatore Enrico Guicciardi, prendendo parte gloriosa al combattimento dell'11 luglio col modesto grado di caporale.
Ritornato ai suoi studi, egli divenne l'anima del Politecnico di Milano, nella direzione del quale successe poi all'insigne Francesco Brioschi. Se quell'insegnamento superiore ha avuto una salda organizzazione, se quella scuola di meccanica industriale ha avuto tanta influenza non solo sull'industria lombarda, ma su tutta l'industria italiana, è opera e vanto di lui che vi prodigò tutta la sua operosa vita e vi profuse tutto il suo ingegno. Il Colombo fu davvero un apostolo dell'insegnamento, un maestro che rimane esempio mirabile per le generazioni presenti e future. Egli ha creato i più noti ingegneri industriali e tecnici, i quali dalle sue lezioni, dalle innumerevoli conferenze sui più svariati argomenti ritraevano singolare profitto, educati non ad essere passivi ricevitori di verità scientifiche, ma pensatori animati dal desiderio appassionato di ricerca. Del valore del Colombo come professore è prova luminosa il Manuale dell'ingegnere,preziosa guida per l'esplicazione della professione, tradotto in parecchie lingue, e che dà un'idea di quale perfetta sintesi abbiano avuto in lui i concetti scientifici.
Numerose pubblicazioni egli ci ha dato che sarebbe impossibile qui enumerare, in tutte profondendo la sua vasta cultura e il suo ingegno non comune.
La scuola non distrasse il Colombo dalla realtà e dai bisogni della vita e, mentre fu sommo maestro, egli ebbe le migliori iniziative nel campo delle applicazioni scientifiche, dando notevole impulso al sorgere d'industrie nuove e allo sviluppo degli stabilimenti esistenti.
Nella vita cittadina fu sempre chiesto il suo valido contributo e profonde traccie della sua opera egli lasciò nelle cariche pubbliche, in comitati, in sodalizi, specie di cultura, e imprese industriali: fu consigliere comunale, presidente del Regio istituto lombardo di scienze e lettere, presidente pure del Consiglio d'amministrazione della Società Edison e del Credito italiano.
Un tale uomo non poteva rimanere estraneo alla vita politica: schietto liberale, fu deputato di Milano dal 1886 ed alla Camera parlò spesso in materia economica ed in questioni tecniche; i suoi discorsi sono esempio di chiarezza, le sue argomentazioni diritte come un seguito di assiomi e teoremi. Fautore di rigidi provvedimenti finanziari, egli vagheggiò una politica di larghe economie, tutta volta ad evitare le spese non assolutamente necessarie, convinto che solo così potesse assicurarsi l'avvenire d'Italia. E, chiamato al Governo, prima come ministro delle finanze e poi del tesoro, a questo programma rimase sempre fedele, anche quando esso gli costò il sacrifizio della sua posizione personale. L'alto senso di ammirazione per il suo valore politico, per la sua rettitudine e fierezza gli meritò nel 1899 la elezione alla più elevata carica parlamentare ed il seggio presidenziale, sia pure per poco, egli tenne con sommo onore, in momenti assai difficili.
Nominato senatore l'11 novembre 1900, fu anche in Senato autorevole ed assiduo parlamentare prendendo parte alle più importanti discussioni, specie in materia finanziaria; fu acuto relatore di bilanci ed intervenne sempre quando si trattò di tutelare il prestigio e di favorire l'elevazione dell'istruzione universitaria.
Negli ultimi anni per l'età avanzata era divenuto meno assiduo ai nostri lavori, ma la grande considerazione per il suo alto ingegno, la simpatia per la sua figura nobilissima erano sempre vive in noi.
Ora questa singolare tempra di uomo scompare, ma sarà sempre ricordata dai suoi numerosi allievi, che nel Politecnico hanno voluto rendere particolari onoranze alla sua salma, e da quanti ebbero la ventura di conoscerlo e di apprezzarne le doti di mente e di cuore.
Il Senato del Regno invia alla memoria dell'uomo insigne un commosso e reverente saluto, alla famiglia desolata il suo profondo cordoglio. (Benissimo). [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.La commemorazione così accurata e affettuosa del Presidente del Senato rileva quanto grande sia la perdita per la morte dei due senatori illustri: [...]; l'altro, il senatore Colombo, una delle più alte illustrazioni della scienza tecnica, di quella scienza dalla quale il paese attende in prima linea il suo risorgimento economico. Sono due perdite delle quali non solo questa Assemblea, ma tutto il paese sarà dolente.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 gennaio 1924.