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COLLEONI Guardino

28 febbraio 1843 - 19 dicembre 1918 Nominato il 03 giugno 1908 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Adeodato Bonasi, Presidente

Onorevoli colleghi. È fatale che ogni ripresa delle nostre adunanze abbia ad essere funestata dall'annunzio della perdita di qualcuno dei nostri cari colleghi. Questa volta la sorte inesorabile è stata ancor più crudele, avendoci rapito nel giro di poche settimane sei benemeriti senatori, che tutti, a titoli diversi, altamente onoravano la nostra Assemblea.
Primo, il conte Guardino Colleoni, morto in Roma il 19 dicembre ultimo. Discendeva da antichissima stirpe lombarda, investita già di molti feudi nelle terre di origine, e più tardi di cospicue dignità nei domini della Serenissima, alla quale diede una lunga serie di Consoli di giustizia. Consoli di città, Rettori maggiori, Podestà e Capitani, tra i quali il celebre Bartolomeo generalissimo delle armi venete, effigiato dal Verrocchio in quella meravigliosa statua equestre che il mondo per secoli ammirò ed ammirerà sempre in Venezia, monumento che per sé solo basterebbe ad eternarne il nome.
Il nostro compianto collega, nel quale l'illustre famiglia si è estinta, inspirandosi alle nobili tradizioni della sua casa, per prepararsi a portare onorevolmente il gran nome di cui era erede, senza lasciarsi distrarre dalle seduzioni che la condizione privilegiata tanti travolge e traligna in ozi dorati, gli anni giovanili dedicò agli studi, come preparazione alle opere che dovevano poi renderlo tanto benemerito della sua Vicenza, della quale a diverse riprese per anni fu sindaco, della provincia, di cui fu operoso deputato, della nazione, della quale divenne degno rappresentante prima nella Camera e più tardi nel Senato.
Dell'attività del Colleoni anche nelle Assemblee legislative rimane prova negli atti parlamentari, che attestano la parte onorevole da lui presa nelle discussioni più importanti di generale interesse.
Di una è doveroso fare speciale menzione, voglio dire quella relativa al possesso della Cima Dodici, cioè della più alta vetta dei monti vicentini, che, superbamente dominando tutte le cime circostanti e tutte le vallate del versante trentino e del veneto aveva una indiscutibile importanza militare, e che egli con preveggente patriottismo tentò di rivendicare all'Italia contro la subdola rapace usurpazione austriaca, sollevando in Senato nel 1° luglio 1909 la questione, e promuovendo anche nel paese una viva agitazione, la quale, se non ebbe allora la fortuna che avrebbe meritata, attesta però quanto in lui fosse alto il sentimento della italianità e fervido e geloso l'amore per ogni lembo del patrio suolo e sollecita la cura per la sua difesa contro le non mai sazie ingorde brame degli Asburgo.
Il Colleoni, dotato di buoni studi, fu anche scrittore facile di versi e di prose semplici e limpide, che in qualsiasi tempo si potranno leggere con diletto e con profitto, e specialmente i suoi Ricordi ed impressioni di viaggio al Capo Nord, da Napoli ad Assuan, agli Stati Uniti di America ed al Canadà. Sono pure notevoli alcuni suoi studi su diversi istituti di beneficenza della sua città, alla cui amministrazione aveva dedicata tanta parte dell'alacre sua vita.
Modesto, e per sé parco nelle abitudini, ovunque passò il Colleoni lasciò traccie della signorile sua liberalità, facendosi largo dispensiero della sua fortuna a pro dei sofferenti, sicché il suo ricco censo, anziché acuire le invidie e gli antagonismi di classe, diveniva mezzo efficace di pacificazione tra i contrastanti interessi.
La sua memoria resterà benedetta, e la sua vita, nobilmente spesa, esempio incitatore di virtù nuove. (Bene). [...]
BERENINI, ministro della pubblica istruzione. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERENINI, ministro della pubblica istruzione. Mi associo in nome del Governo alla commemorazione, che fu con commossa eloquenza fatta testé dall'illustre Presidente, del senatore Guardino Colleoni. Non debbo, né voglio, né potrei aggiungere alcuna parola alle sue nobilissime, interpreti del sentimento unanime del Senato.
Permettetemi soltanto un ricordo. Non per dire di lui come fosse un chiarissimo scrittore, della qual sua virtù è testimonianza un gioiello, Ricordi e impressioni di viaggio, né quel che egli abbia dato di sé alle pubbliche amministrazioni, quale sindaco di Vicenza, non sua per nascita, ma sua per elezione, quale deputato provinciale, quale deputato politico.
Non questo ricorderò che fu già e bene ricordato dal nostro illustre Presidente, ma permettetemi un solo ricordo. Fu lui, il senatore Colleoni, che in quest'Aula sollevò la questione del possesso di Cima Dodici, in seguito ad uno sconfinamento, ivi avvenuto, di guardie austriache.
Ebbene, basta questo ricordo, perché si possa, commemorandolo, rendere omaggio alla sua anima di italiano e di patriota presago. E certamente, onorevoli senatori, dovette sorridere al suo spirito, confortatrice, la nostra grande vittoria, che spinse con le armi il diritto a cime ben più alte e più lontane, ma ben nostre. (Approvazioni vivissime; applausi).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 1° marzo 1919.