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COLLA Federico

14 dicembre 1790 - 17 aprile 1879 Nominato il 03 aprile 1848 per la categoria 15 - I consiglieri di Stato dopo cinque anni di funzioni provenienza Liguria

Commemorazione

 

Sebastiano Tecchio, Presidente
Federico Colla nacque il 14 dicembre 1790 nella capitale della Liguria.
Si addottorò in legge.
Fu dei veliti di Napoleone: e nel 23 maggio 1809, destinato a far parte della Guardia d'onore del Principe governatore generale dei dipartimenti al di là delle Alpi.
Caduta la Repubblica Ligure, deliberatasi nel Congresso di Vienna la unione del territorio di quella agli Stati del Re di Sardegna, e tornato Vittorio Amedeo in Piemonte, ringuainò il Colla la spada, e scelse la via degli impieghi nell'Amministrazione centrale a Torino.
Addì 21 luglio 1815 fu nominato Sotto-Segretario, e addì 23 settembre 1817 Segretario del Ministero di Guerra e Marina.
Nel 17 luglio 1824 fu promosso a Primo Uffiziale, che ora direbbesi Segretario Generale, di quel Ministero: tanto ei si era cattivata la stima del Ministro Des-Geneis.
Nel 18 dicembre 1830 diventò Intendente Generale dell'Azienda di Artiglieria, pur continuando nelle funzioni di Primo Uffiziale.
Nel 19 maggio 1838 fu assunto a Consigliere ordinario di Stato. È fama che in quel grave Consesso abbia fatto splendide prove del suo acuto ingegno e delle sue amplissime cognizioni amministrative. Ebbe, e disimpegnò parecchi anni, lo importantissimo incarico di esaminare i bilanci del Regno, e di preparare sui medesimi le relazioni, che allora spettavano al Consiglio di Stato, secondo la Legge Organica. E fu reputata impareggiabile la sua chiarezza nello esporre appuntino ogni fatta negozi, e la sua facilità nello sciogliere le questioni, anche le più scabrose.
Promulgato lo Statuto, il nome di Federico Colla fu scritto da Re Carlo Alberto nella prima lista dei Senatori.
Poco appresso, i popoli di Parma, Guastalla e Piacenza, toltisi alla soggezione ducale, con suffragi unanimi deliberarono di raccogliersi sotto lo scettro costituzionale della dinastia di Savoia. Di che il Colla fu eletto a Commissario regio, datagli incumbenza di fare i provvedimenti opportuni e sì per ricevere in nome di Sua Maestà il Re la effettiva consegna di quei paesi, e sì per conformare l'ordinamento loro alle norme pur dianzi attuate nelle antiche provincie dei Regi Stati.
Nel 30 giugno 1848, notificando ai Parmigiani il suo arrivo, l'inclito Commissario parlava in questi termini: «Parmigiani! Nell'associarvi intieramente alla nazione generosa e guerriera, che fu e sarà in ogni tempo principale sostegno della italiana indipendenza, Voi deste prova di vera ed illuminata carità di patria, perciocché a ristrette e misere considerazioni municipali Voi avete con bell'esempio anteposto l'alto pensiero della Unione italiana, nella quale certamente sta riposta, come la salvezza presente, così la gloria e la potenza avvenire della gran famiglia italiana, omai vicina a ricuperare fra tutte le nazioni quel sublime grado che ha diritto di pretendere...Parmigiani! Siamo uniti; e saremo forti; e forti, avremo libertà e indipendenza. Italia sarà; e sarà potente Nazione, così saldamente come liberamente costituita».
Niuno meglio di Lui avrebbe saputo reggere quella nobile Commissaria. Né fu senza meraviglia ch'ei valse a imbrigliare e tener quieti gli spiriti di que' molti che, ricordevoli dei soprusi di recente patiti, minacciavano di correre alle vendette ed al sangue contro i parziali della Duchèa.
Restituitosi circa due mesi dopo a Torino, nel 29 agosto dello stesso anno fu innalzato a Presidente Capo, Controllore generale; e creato Ministro senza portafogli nel Ministero che ebbe nome dal marchese Cesare Alfieri.
Nel 4 dicembre 1859 gli venne conferita la Presidenza della Corte dei Conti, che allora esercitava la propria giurisdizione per le antiche Provincie e la Lombardia. Nel 21 agosto 1862 raggiunse la dignità di Ministro di Stato. E, nell'11 del seguente settembre, riuscì Presidente della nuova ed unica Corte dei Conti del Regno d'Italia.
In tutti gli anni che volsero dal 1848 al 1863 gli piacque di accorrere con esemplare solerzia alle tornate del Senato; il quale di continuo lo elesse membro della Commissione permanente di Finanza e di Contabilità interna. Alle discussioni prese parte assai di frequente: ed ebbe ufficio più volte di Relatore intorno a leggi di molto peso: tra queste (addì 9 maggio 1855) la prima legge per la soppressione delle Corporazioni religiose, avverso la quale si accese la più formidabile delle battaglie che i fasti del Senato Subalpino abbiano commemorato.
Nel marzo del 1865, sentendosi oramai declinato a vecchiezza, l'esimio uomo chiese il collocamento a riposo: e l'ottenne; e quinci innanzi ha alternato la sua dimora tra la città nativa e l'aprico contado di Celle Ligure.
Certo, nella pace domestica e negli ozî non ingloriosi, gli saranno tornati al pensiero i tanti lustri già spesi nel pubblico servizio; e, se non fosse bastata la serena coscienza, a consolare la età decrepita gli si saranno schierati davanti gli uffici e gli onori, sino ai più eminenti, che gli erano stati mano mano impartiti, e che ad un'ora medesima testimoniavano la singolare fiducia in lui posta, e le virtuose opere ond'Egli l'ebbe retribuita.
Fra sì dolci conforti, nell'anno ottantesimo nono della sua età il Senatore Federico Colla, malato a Genova, diede l'ultimo addio alla famiglia, alla patria, nel mattino del 27 aprile testé decorso.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 29 luglio 1879.