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COFFARI Iginio

25 gennaio 1874 - 29 febbraio 1960 Nominato il 23 maggio 1939 per la categoria 15 - I consiglieri di Stato dopo cinque anni di funzioni e per la categoria 17 - Gli intendenti generali dopo sette anni di esercizio provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Cesare Merzagora, Presidente

"ROMANO ANTONIO. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROMANO ANTONIO. Onorevoli colleghi, or sono due mesi si è spento a Roma l'onorevole Iginio Coffari, già Senatore del Regno e membro di diritto del primo Senato della Repubblica. Come Senatore della Sicilia, desidero rievocare in quest'Aula la nobile figura del compianto collega.
Iginio Coffari nacque a Cammarata, in provincia di Agrigento, il 25 gennaio 1874. A Palermo, dove aveva compiuto gli studi, iniziò, nell'Amministrazione dell'interno, la sua lunga, operosa carriera, durante la quale fu, tra l'altro, collaboratore, in qualità di funzionario di Gabinetto, di Giolitti, di Sonnino e di Luzzatti e resse alcune tra le più importanti Prefetture, tra le quali quelle di Trapani, di Napoli, di Venezia, di Firenze.
La grande dirittura morale, le alte doti di intelletto e di cuore, la profonda preparazione professionale, l'obiettività e la serenità del giudizio, che costituirono le caratteristiche principali della personalità di Iginio Coffari, e la dignità con cui in ogni tempo assolse gli incarichi ricevuti, gli accattivarono la stima e la simpatia di quanti ebbero occasione di conoscerlo, e particolarmente di Vittorio Emanuele Orlando e di Enrico De Nicola. La sua nomina a Consigliere di Stato e, successivamente, nel 1939, quella a Senatore del Regno rappresentarono il meritato riconoscimento dell'attività da lui per parecchi anni prestata al servizio della Pubblica Amministrazione.
Nel luglio del 1944 fu nominato, insieme al senatore Bergamini, Questore del Senato, e tale ufficio egli tenne fino al marzo del 1946, quando, nel delicatissimo periodo di tempo in cui maturava il passaggio dalla forma istituzionale monarchica a quella repubblicana, succedette all'onorevole Aldisio nella carica di Alto Commissario per la Sicilia. Breve fu la sua permanenza a Palermo, ma non per questo meno fruttuosa: Iginio Coffari, continuando l'opera del suo predecessore, contribuì infatti notevolmente nel definitivo avvio verso le forme autonomistiche dei fermenti indipendentistici; e si deve alla sua opera accorta se in tutta la Sicilia le votazioni per il referendum istituzionale si svolsero nel massimo ordine.
Breve - ho detto - fu la sua permanenza a Palermo; e infatti Enrico De Nicola, eletto capo provvisorio dello Stato, lo richiamò a Roma per affidargli il compito di costituire e organizzare gli uffici della Presidenza della Repubblica.
Successivamente Iginio Coffari fu membro di diritto del primo Senato repubblicano e, per tutta la durata della legislatura, fece parte della 1a Commissione permanente, ai cui lavori recò il contributo della sua vasta esperienza.
La scomparsa di Iginio Coffari ha suscitato l'affettuoso rimpianto di tutti coloro che di lui avevano conosciuto ed apprezzato le doti intellettuali e morali, la riservatezza del carattere, la signorilità del tratto.
Alla vedova ed al figlio del compianto collega vada l'espressione del nostro profondo cordoglio.

ANGELINI, Ministro senza portafoglio. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELINI, Ministro senza portafoglio.A nome del Governo, mi associo con profonda tristezza al sentimento di cordoglio manifestato per la scomparsa del senatore Coffari, valoroso funzionario e insigne magistrato, che lasciò l'Amministrazione dello Stato per dedicarsi alla vita pubblica, servendo prima l'uno e poi l'altra con altissima probità e profonda competenza.

PRESIDENTE. Mi associo, a nome di tutto il Senato, alle nobili parole pronunciate dal senatore Romano in memoria dell'onorevole Iginio Coffari, di cui noi ricordiamo l'azione svolta sia come Segretario generale degli Uffici del Capo provvisorio dello Stato, sia come senatore di diritto nella prima legislatura.
Egli lascia in noi un vivo rimpianto, del quale io in questo momento mi faccio eco e sicuro interprete".

Senato della Repubblica, Atti parlamentari. Resoconti stenografici,10 maggio 1960.