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CITTADELLA VIGODARZERE Andrea

15 luglio 1804 - 19 marzo 1870 Nominato il 06 dicembre 1868 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Gabrio Casati, Presidente

Signori senatori! Con profondo rammarico debbo annunziarvi la morte del nostro egregio collega conte Andrea Cittadella Vigodarzere avvenuta sabato 19, di questo mese, alle ore 5 pomeridiane. Nato nel 1804, ebbe la sua istruzione letteraria da quel distinto ingegno che fu l'abate Barbieri, il quale seppe istillare nel suo allievo il vero buon gusto delle italiane lettere che in esso trovava ingegno pronto ed animo gentile.
All'Università di Padova percorse lo studio della giurisprudenza, ed ottenne la laurea con onore. Si occupò dello studio in modo da acquistarsi un nome, sicché fu creato segretario perpetuo dell'Accademia di Padova per la classe delle lettere, che illustrò con applaudite Relazioni. Nel 1842 fu presidente generale del IV congresso de' dotti tenuto in Padova; assistette a quello di Milano nel 1844, ove fu accolto con menzione distinta dal presidente conte Borromeo, pure nostro collega; e nel 1847 fu presidente della sezione di agronomia nel Congresso tenuto a Venezia che fu l'ultimo. Fu creato sino dal 1842 socio onorario dell'Istituto di scienze, lettere ed arti di Venezia. e finalmente nominato senatore con decreto 6 dicembre 1868.
Il Cittadella fu uomo in cui brillavano le più belle qualità d'intelletto e di cuore. Egli coltivò assiduamente gli studi senza farne pompa; si dedicò alla cura di pii istituti di beneficenza, collo spirito d'intelligenza e carità, che rendono l'opera non solo utile, ma benigna ed accettevole. La beneficenza in lui era diventata una consuetudine della vita, ché donato dalla provvidenza di largo censo, non trascurando il decoro di sua illustre famiglia, non solo donava, ma profondeva in aiuto alla miseria sofferente. Fu buon padre, ché la sua famiglia presentava l'esempio della più perfetta reciproca amorevolezza; fu buon cittadino, di modi squisiti e gentile, fu soprattutto esemplare cristiano. Eccovi in poche parole l'immagine del nostro compianto collega, che lascia tanto doloroso desiderio di sé.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 marzo 1870.