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CICCONE Antonio

07 febbraio 1808 - 02 maggio 1893 Nominato il 06 febbraio 1870 per la categoria 05 - I ministri segretari di Stato provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Marco Tabarrini, Vicepresidente

Signori senatori! Anche il breve periodo di tempo che trascorse dall'ultima adunanza del Senato, fu contristato dalla perdita dolorosa di quattro nostri colleghi: il commendatore Tommaso Martini, il conte Enrico Fossombroni, il prof. Arnaldo Cantani, il prof. Antonio Ciccone. [...]
Antonio Ciccone, nacque a Saviano, nella Provincia di Caserta, il 7 di febbraio del 1808. I suoi primi studi furono volti alla medicina, poi mutò strada e si diede all'economia politica. Fino da giovane professò idee liberali, ed ebbe a patirne persecuzioni.
deputato al Parlamento napoletano nel 1848, dopo i fatti luttuosi del 15 maggio, esulò fino al 1860. Tornato in patria colla libertà, venne eletto deputato al primo Parlamento italiano dal collegio di Nola: e nel 1863 segretario generale del Ministero di agricoltura, industria e commercio, essendo ministro quel bello e limpido ingegno che fu Giovanni Manna.
Nel 1868, nel secondo Ministero presieduto dal generale Menabrea, al Ciccone fu affidato il Ministero di agricoltura, industria e commercio, che era tenuto interinalmente dal Broglio. Per quanto egli rimanesse ministro poco più di sei mesi, pure non fu priva di qualche buon effetto la sua presenza in quel Ministero.
Il Ciccone, come professore di economia politica nell'Università di Napoli, fu insegnante diligente ed efficace, accetto alla gioventù studiosa, innamorato della scienza da lui professata. Moltissimi sono gli scritti attinenti all'economia che egli pubblicò, in parte polemici, in parte dottrinali.
La sua opera principale sono i tre volumi di Principii di scienza economica, nei quali, sul fondamento delle idee di Adamo Smith, espone tutta la dottrina economica, e tratta tutte le questioni che ne derivano. So bene che oggi queste sono anticaglie, e che l'economia politica procede per altra via; ma finché i novatori non abbiano formato un corpo di dottrine accettabili, che siano un portato di ragione e non il prodotto di fantasie riscaldate e di sentimentalismi morbosi, la vecchia scienza avrà sempre un valore. (Bene).
E così la pensava il Ciccone, che si può chiamare uno degli ultimi difensori delle teorie della libertà economica, contro l'autoritarismo invadente.
Il Ciccone entrò in Senato in virtù del decreto reale di nomina del 6 di febbraio del 1870. Nei primi anni prese parte in questa Assemblea a discussioni importanti, come quelle sul credito agrario e sulla legge forestale. Poi, a poco a poco, incalzandolo la vecchiezza, gli vennero meno le forze, e dové cessare dall'insegnamento e dalla vita politica.
Nella cattedra come in Parlamento, allettava gli uditori con la parola facile ed ornata, e con singolare limpidezza d'idee. Aveva modi semplici e tollerava le opposizioni senza sdegnarsi, sebbene nella sua vecchiezza vedesse negati dalla nuova generazione quei principii di scienza che erano stati la convinzione e la fede di tutta la sua vita.
Morì a Napoli il 2 di maggio corrente, e in lui si spense una nobile vita, che amò la libertà e la scienza con amore disinteressato ed operoso (Approvazioni generali).
PIERANTONI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
PIERANTONI. Rappresentante di Terra di Lavoro nella Camera dei deputati per quattro legislature; studente e poi professore nell'Università di Napoli, ebbi continua l'occasione d'ammirare le virtù civili, patriottiche e intellettuali dei colleghi dei quali piangiamo oggi la perdita.
Non è che io possa aggiungere alcuna parola all'elogio tanto vero, quanto giusto, che il nostro Presidente ha pronunziato: credo solamente di raccogliere l'intimo dolore degli abitanti di Terra di Lavoro, della mia patria di elezione, di quegli abitanti che in questi giorni hanno veduto uscire dalla scena della vita altri avanzi di quella gloriosa schiera degli uomini che del 1848, che avevano fede negli ideali della scienza e della libertà; ed interpreto i sentimenti della gioventù studiosa di Napoli e dei colleghi di quel corpo insegnante accademico, portando anch'io il mio sentimento di lutto e di dolore sulle tombe onorate di Arnaldo Cantani e di Antonio Ciccone.
SPROVIERI F. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
SPROVIERI F. Dopo tutto quello che hanno detto tanto l'onorevole Presidente, come l'onorevole Pierantoni intorno alla memoria dei nostri defunti colleghi, io mi associo alle loro eloquenti parole: solo mi si permetta da questo banco di esprimere un tributo di affetto e di stima al collega Ciccone.
Nel tempo della nostra lunga emigrazione nella patriottica città di Torino, il collega Ciccone mi fu allora esempio di onestà e di virtù.
Ora, permettetemi, onorevoli senatori, di proporre che alle desolate famiglie dei compianti colleghi sieno inviate le condoglianze del Senato.
LACAVA, ministro di agricoltura, industria e commercio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
LACAVA, ministro di agricoltura, industria e commercio. Il Governo si associa a quanto testé dicevano l'onorevole Presidente e gli altri senatori, per la morte dei compianti senatori Enrico Fossombroni, Tommaso Martini, Arnaldo Cantani e Antonio Ciccone.
Io temerei di turbare gli elogi tributati, per quanto commoventi, altrettanto veri ed esatti dal nostro Presidente, se io ne aggiungessi altri. [...]
Il Ciccone è uno di quegli uomini che appartenne alla generazione che soffrì persecuzioni, esilio e prigione per la patria: ma nell'esilio non rimase ozioso, e ne preparò le sorti; e quando ritornò nella sua Napoli, egli, professore di economia di quell'ateneo, insegno i severi principî di quella scienza.
Aggiungerò che egli fu segretario generale al Ministero di agricoltura, industria e commercio e poi ministro dello stesso dicastero, e si deve a lui in gran parte l'istituzione della scuola superiore di Portici.
E non solo era uno dei più grandi economisti ed amministratori, ma va ricordato con plauso generale il fatto che egli è stato uno dei primi a dare alla luce un libro sulla malattia dei bachi; ed è importante sapere che i più grandi premi per quel libro furono dati al Ciccone.
Difatti per quel suo libro ebbe il premio all'Accademia imperiale di Francia, ed un altro dall'Istituto lombardo.
Io ho voluto aggiungere questi particolari che dormano sempre la gloria del Ciccone, che è stato testé rapito ai vivi.
Come suo amico porto anch'io un modesto tributo sulla sua tomba. (Bene).
PRESIDENTE. Il signor senatore Sprovieri ha proposto che siano inviate le condoglianze del Senato alle famiglie dei senatori defunti.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(È approvata).
Le condoglianze saranno inviate alle famiglie quanto prima.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 maggio 1893.