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CIBRARIO Giacinto

18 maggio 1843 - 20 gennaio 1917 Nominato il 14 giugno 1900 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! [...]
Il nome del senatore Cibrario, morto in Torino il 20 gennaio, è di quelli, che splendono nelle origini delle nostre libertà, e ricordano caramente i primordi piemontesi del Parlamento italiano. Nato Giacinto Cibrario nella stessa Torino il 18 maggio 1848 di Luigi, storico ed eminente politico, che fu de' primi senatori del Regno sardo, e ministro di Vittorio Emanuele II, sin da giovane seguì le liberali tradizioni di famiglia ed il chiaro esempio paterno. Avvocato fornito di dottrina e facondia, cittadino premuroso, uomo di spirito, fu l'eletto [sic!] nel 1882, del collegio 3° di Torino, poi di Ciriè, e fu alla Camera in più legislature. Diede opera zelante al comune ed alla provincia, sedendo nei Consigli amministrativi molti anni; e prestossi alacre alle istituzioni pubbliche. Fondatore del Circolo Filologico in Torino, ne fu presidente lungamente. Benemerito del civico Ospedale di San Giovanni, ne era da ultimo pure presidente. Senatore venne per nomina del 14 giugno 1900; ed il Senato si conduole con Torino, che piange il nobile ed onorando cittadino perduto, stato generalmente caro ed amato. (Benissimo). [...]
D'OVIDIO ENRICO. Sia premesso a me torinese di.. Campobasso, di pronunciare una parola di sincero rimpianto per il senatore Giacinto Cibrario, che ho avuto collega nelle Commissione del benemerito Consorzio universitario di Torino. Figlio dell'illustre storico e statista Luigi Cibrario, non degenere dal suo insigne genitore, egli prodigò la sua attività in molte istituzioni della sua Torino, e raccolse, non solo per riflesso delle tradizioni domestiche, ma per virtù propria e per l'affetto che sapeva ispirare dappertutto, simpatia e stima. Egli, invero, riuniva in sé le più belle qualità del carattere piemontese: onesto, diritto, cordiale, alla buona, dovunque egli l'opera sua sapeva spendere in pro dell'universalità. Abbia dunque la sua memoria il mio omaggio, anche come l'eco di un rimpianto che viene dal resto d'Italia alla sua città natale. [...]
ORLANDO, ministro dell'interno. Con parole brevi, ma con profonda commozione e con reverenza io, a nome del Governo, mi inchino dinanzi alla memoria dei nobili e compianti uomini, dei quali, durante questo periodo di vacanze, il Senato è rimasto deserto. [...]
Alla vita politica tutta la loro esistenza dedicarono altri due uomini eminenti di cui piangiamo la perdita: Giacinto Cibrario e Paolo Fabrizi deputati prima, senatori lungamente e degnamente dopo.
Tratto comune fra essi (la morte ha di queste coincidenze fortuite, ma significative), l'uno e l'altro portavano un grande nome, una grande tradizione; di guisa che ben può il loro elogio più alto riassumersi nella frase che di questa tradizione essi furono ben degni. L'uno portò nobilmente il nome dell'insigne storico, dell'eminente uomo politico del Piemonte, che preparò l'Italia, dell'amico, del ministro di Vittorio Emanuele II.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 marzo 1917.