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CHIAPPELLI Alessandro

20 novembre 1857 - 04 novembre 1931 Nominato il 30 dicembre 1914 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Luigi Federzoni, Presidente

Particolarmente numerose e gravi sono state le perdite sofferte dal Senato durante l'interruzione dei suoi lavori. Compio il triste dovere di rievocare i nomi e le opere dei colleghi scomparsi, [...]
Né sarà dimenticato il nome del pistoiese Alessandro Chiappelli, filologo e storico della filosofia di fama europea. Egli accentrò le sue doti acutissime di investigatore e d'interprete sopra tutto intorno a quel sistema platonico che rispondeva, nel proprio contenuto speculativo, alla più genuina inclinazione filosofica di lui, orientata, insieme, verso l'uomo e verso Dio, verso l'idealismo e verso la trascendenza. Fra gli studi del Chiappelli sollevò rumore nel mondo della cultura internazionale una indagine accurata sulle relazioni storiche fra la satira aristofanea delle Donne a parlamentoe la Repubblica platonica; e la interpretazione da lui indicata, secondo la quale il comico ateniese avrebbe voluto colpire con la sua ironia la dottrina politica di Platone, resta ancora una delle più attendibili. A proposito del Teeteto, occorse poi al Chiappelli una di quelle felici avventure, per le quali la penetrazione straordinaria del filologo riceve il crisma della fortuna. Nel 1904, infatti, egli aveva espresso la supposizione di una duplice redazione del dialogo ricordato. L'anno seguente il Diels e lo Schubart pubblicavano a Berlino la scoperta del frammento di un commentario anonimo al dialogo stesso, scoperta che confermava esplicitamente l'ipotesi del Chiappelli. Questi seppe inoltre di buon'ora ampliare il campo delle sue ricerche anche alla letteratura, all'arte, alla religione, alla politica. I suoi lavori su Le premesse filosofiche del socialismo e su Il socialismo e il pensiero moderno mostrano che egli aveva fino dal 1896 iniziato quella critica della politica contemporanea che lo condusse logicamente, dopo la guerra, a aderire con profonda consapevolezza e immutabile fede al fascismo. Nominato senatore nel 1914 per le condizioni continuamente malferme della sua salute non poté dare se non uno scarso contributo ai lavori di questo consesso. Per supplire in qualche modo a tale difetto, di cui nobilmente si crucciava, egli ha dichiarato, nel suo testamento olografo, la volontà di lasciare i suoi libri alla Biblioteca del Senato, commovente pensiero al quale fa eco la nostra riconoscenza.
MUSSOLINI, capo del Governo. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSSOLINI, capo del Governo. Il Governo si associa alle parole di commemorazione e di cordoglio pronunziate dal Presidente di questa Assemblea.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,7 dicembre 1931.