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CESAREO Giovanni Alfredo

24 gennaio 1860 - 07 maggio 1937 Nominato il 18 settembre 1924 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Luigi Federzoni, Presidente

"PRESIDENTE. [...] Giovanni Alfredo Cesareo: quattro figure di uomini che erano vanto della nostra Assemblea: quattro figure di uomini che in campi diversi hanno lasciato impronte profonde del loro valore.
[...]
Messinese di nascita, Giovanni Alfredo Cesareo rispecchiava l'indole passionale, nell'ingegno esuberante e luminoso, le virtù migliori della gente di Sicilia. Scrittore multiforme e fecondo, battagliero giornalista in gioventù, drammaturgo, lirico, storico, filologo, aveva conquistato presto il favore del pubblico e il rispetto della critica. Chiamato nel 1893 a professare letteratura italiana nell'Università di Palermo, aveva esercitato per più di quarant'anni il suo alto e fruttuoso magistero, con genialità eguagliata soltanto dalla amplissima e severa erudizione.
Nella lirica italiana del periodo successivo al Carducci, il Cesareo ha un posto suo, per il vigore di una sua personalità, che in uno sforzo incessante di affinamento e di approfondimento aveva trovato la propria espressione più significativa e più felice nel ciclo conclusivo della vita e dell'esperienza artistica di lui, quando si sarebbe potuto credere che la capacità creativa fosse ormai esaurita. Fra i Poemi dell'Ombra come fra i Colloqui con Dio, sono canti dei quali l'eco durerà a lungo nel ciclo della nostra poesia. Non meno notevoli devono giudicarsi, per l'originalità del pensiero critico e l'acume della ricerca, gli studi di storia letteraria e di estetica: fra essi, La Poesia siciliana sotto gli Svevi resta come una monografia fondamentale per la conoscenza degli albori della letteratura volgare in Italia.
Patriota nobilissimo, apostolo eloquente delle idealità nazionali, Giovanni Alfredo Cesareo aveva dato al Fascismo il suo nome illustre e la sua fede fiammeggiante nel momento della lotta più violenta e pericolosa. Era senatore dal 18 settembre 1924.
A Lui, come agli altri indimenticabili colleghi che ci sono stati tolti, si volgono reverenti il nostro ricordo e il nostro rimpianto.
SOLMI, ministro di Grazia e Giustizia. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SOLMI, ministro di Grazia e Giustizia. Il Governo si associa alle nobilissime e commosse parole pronunciate dal Presidente di questa Assemblea in memoria degli Illustri scomparsi".

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 maggio 1937.