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CELESIA DI VEGLIASCO Tommaso

05 febbraio 1820 - 26 novembre 1892 Nominato il 07 giugno 1886 per la categoria 15 - I consiglieri di Stato dopo cinque anni di funzioni provenienza Liguria

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! La morte implacata due nuove vittime ha mietuto fra noi!
Il barone Tommaso Celesia di Vegliasco, nativo di Oneglia, usciva di vita a Torino in età di pressoché settantatré anni, all'entrare del giorno di sabato passato.
Di lui, col quale tutti aveste affettuosa consuetudine, che tutti proseguiste di gran stima, molti di schietta amicizia, parlano più alto d'ogni mia parola i sentimenti che in vita gli addimostrate.
Funzionario, egli aveva raggiunta la vetta del lungo, laborioso cammino ai posti maggiori lentamente ascendendo, acquistandoli ad uno ad uno. Dal 1843 al 1887, in tempi ed uffici diversi, qualunque grado avesse si fece regola, coscienza, legge dell'esatto, intelligente, amorevole adempimento dei propri obblighi. Appartenne dapprima in Torino all'Ufficio del procuratore generale, palestra nella quale la gioventù meglio scelta e più promettente si apparecchiava ed inviava ai maggiori uffici dell'ordine giudiziario e dell'amministrazione. In quello aggiunto nei tribunali di Asti e di Saluzzo, sostituto avvocato fiscale e giudice in Mondovì, sostituto avvocato dei poveri a Nizza ed a Torino; in questa capo divisione del Ministero dell'interno, segretario generale, consigliere del Consiglio di Stato fu modello di onestà e d'interezza. Molto versato nel diritto e nelle discipline amministrative ne curava ogni esplicazione con diligenza ed equità singolari; con fermezza da antico impediva si torcessero a favori o riguardi: sua religione la legge, nume suo il buon diritto. (Benissimo).
Il tratto cortese, il costume semplice, l'indole mite, il fare modesto attraevano a lui chiunque lo conoscesse.
Lo avere egli appartenuto al Ministero dell'interno quando lo Stato cominciò ad ingrandirsi contribuì a che l'azienda non fosse soprafatta dalle stringenti nuove urgenze, giovò assai alla preparazione delle leggi promulgate sullo scorcio del 1859. In quell'ufficio si erano vedute e nel Consiglio di Stato meglio e più spiccarono le qualità ed attitudini di lui; sicché tutto l'alto consesso si rammaricò del suo ritrarsene or sono cinque anni coll'onorifico titolo di presidente di sezione.
Le medesime attitudini e qualità, le doti istesse gli procacciarono stima e reverenza grandi nella Camera dei deputati, dove rappresentò per tre legislature il collegio di Porto Maurizio, ed in questo Senato, cui da più di sei anni era stato ascritto, ogni onore e favore. Di che furono segni manifesti le incumbenze delicate da voi spesso affidategli, lo averlo per ben quattro volte messo quassù accanto a noi, ultima quella con che pur dianzi salutaste la estrema sua ora, quasi amorevole fervidissimo augurio. (Molto bene).
Ed ora che egli non è più, io che su questo seggio lo ebbi collega gentile, amico fedele, aiutatore prezioso, che nell'animo retto, nell'equo suo giudizio trovai sempre conforto ed ausilio, colla certezza che al mio risponde il vostro cuore, il rammarico mio al vostro si agguaglia, saluto reverente la sua tomba che le nostre lagrime accompagnano, che l'oblio non aduggierà. (Benissimo, vive approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 novembre 1892.