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CAVALLINI Gaspare

11 novembre 1817 - 18 ottobre 1903 Nominato il 06 novembre 1873 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti parlamentari – Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente

Cari e riveriti colleghi!
[...]
Un altro collega amatissimo, il commendatore Gaspare Cavallini, nato a Mede, presso Pavia, nel 1817, rese pur esso l'anima a Dio in questo triste mese di ottobre, lasciando a me il doloroso ufficio di richiamare per poco davanti ai vostri occhi la dolce e simpatica figura del perduto collega.
E così vorrei che mi fosse concesso compiere degnamente cotesto ufficio, non solamente in considerazione delle esimie qualità dell'uomo che prendo a commemorare, quanto ancora perché compagno al Cavallini in Parlamento da cinquantadue anni, segretario accanto a lui nella Camera dei deputati in Piemonte, amicissimi sempre, ho sentito più acerbo il dolore della sua partenza, dappoiché con la morte di quel valent'uomo ho preso io stesso il posto del più antico parlamentare, ed amerei averne cogli anni ereditate le virtù.
Quando nel glorioso 1848 Re Carlo Alberto donava a' suoi popoli le libertà costituzionali, Gaspare Cavallini muoveva i primi passi nella carriera della magistratura, in qualità di giudice aggiunto, presso il Tribunale di Casal Monferrato, e fu colà che gli fu recato l'annunzio che i suoi compaesani lo avevano eletto a rappresentare il collegio di Mede nella Camera dei deputati, che stava per aprirsi la prima volta in Torino. Da quel giorno, che segnò l'era delle pubbliche libertà, il Cavallini appartenne sempre al Parlamento piemontese, indi italiano, e non è mestieri di dire a voi, o colleghi miei, che questo è forse uno dei più bei titoli di onore che possa spettare ad un libero cittadino in libero Stato, purché si senta sicuro in cuoi suo di averlo meritato col pensiero e coll'azione.
Ora, io posso bene ed ho il dovere di affermare senza tema di offendere la verità, che Gaspare cavallini non mancò un sol giorno, nel volgere di cinquantacinque anni, ad alcuno degli essenziali doveri del deputato o del senatore, inappuntabile negli atti della vita spesa per tanti anni in servizio della patria, diligentissimo nell'adempimento delle funzioni esercitate sempre con zelo ammirevole, disposto - ciò che è più raro ancora - a schermirsi dagli onori, anziché della vita pubblica cercasse di farsi sgabello per salire più alto.
Nondimeno il degno uomo non seppe ricusare l'opera ed il consiglio all'amicissimo suo Giovanni Lanza, l'austero ministro dell'interno, e poiché a quei tempi (eravamo allora nel 1870) i segretari generali dei Ministeri, i quali non si chiamavano ancora Eccellenze, venivano scelti fra gli intimi dei ministri ed offrivano garanzie di vera capacità amministrativa, piace ricordare che il Cavallini, vinto dalle preghiere dell'amico, consentì a coprire il posto di segretario generale, che tenne con singolare competenza per parecchio tempo, ed in momenti difficili assai.
Ma il nostro Cavallini non cessò un sol giorno di prender cura degli interessi della sua provincia, Pavia, di cui fu sempre il fido consigliere, e da lunghi anni il presidente. La tarda età non gli concedeva più, da pochi anni in poi, di prender parte ai lavori del Senato, ma non seppe mai cedere ad altri la cura degli interessi provinciali, ed ancora nell'anno di grazia che volge al suo termine, giunto all'85° anno del viver suo, volle assistere all'adunanza ordinaria del Consiglio provinciale, che gli diede l'ultima prova di reverenza e di affetto, scegliendo una volta ancora il venerando uomo all'ufficio di presidente.
Ma l'olio veniva mancando alla lampada, ed il degno Vegliardo nel dì 18 ottobre rese serenamente l'anima al Creatore. Solo nell'ora suprema della morte il benemerito cittadino ha potuto a buon diritto esclamare: Non omnis omnino moriar, poiché il nome di Gaspare Cavallini rimarrà modello di civili virtù, ed insegnerà alle nuove generazioni che la patria si serve con l'abnegazione ed il sacrifizio della persona, non mai per soddisfazione di ambizione e di interessi privati. (Vive approvazioni).
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. A nome del Governo mi associo alle splendide commemorazioni fatte dall'onorevole presidente del Senato, di uomini che resero così lunghi e così eminenti servigi allo Stato, nella scienza, nelle arti, nella pubblica amministrazione e nella preparazione del risorgimento italiano.
Io mi associo al dolore che prova il Senato per la perdita di così numerosi e così degni suoi membri. (Bene).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,1° dicembre 1903.