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CASTELLI Michelangelo

04 ottobre 1808 - 20 agosto 1875 Nominato il 29 febbraio 1860 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Piemonte

Commemorazione

 

Francesco Maria Serra, Vicepresidente
Signori Senatori,
Dal giorno in cui la Sessione fu prorogata sino alla odierna nostra riunione ben sei perdite di nostri Colleghi avemmo a deplorare. E con noi le deplorano l'Italia ed il Re, giacché essi tutti per diversi titoli furono e dell'una e dell'altro benemerentissimi.
Assai difficile, o Signori, è il compito mio di rammemorarvene le virtù preclare; e se non mi sarà dato di disimpegnarlo degnamente, confido che la indulgenza vostra saprà tenermi conto della buona volontà.
[...] Michelangelo Castelli, nome a noi tutti carissimo, cessò di vivere in Torino il 20 ultimo scorso agosto.
Dire cose degne di un cittadino cotanto benemerito è compito difficilissimo per me, né io saprei quali altri fiori spargere sulla lacrimata tomba di lui, dopo quelli elettissimi coi quali la cosperse un nostro egregio Collega, che, per la sostanza e per la forma dei suoi dettati, occupa un posto elevatissimo tra i più chiari biografi d'Italia.
Ma poiché fra gli altri favori che nella mia lunga vita mi ebbi dalla fortuna, fuvvi per oltre cinque lustri non solo la benevolenza ma la stretta amicizia che mi unì a Michelangelo Castelli, io mi sento in dovere di consacrare alla di lui memoria carissima una mia parola di elogio coscienzioso e di compianto sincero.
Sin dal primo stringersi delle mie relazioni con Michelangelo Castelli, io ammirai in lui la intelligenza distinta, la intuizione retta, l'amore ardentissimo della patria, la mitezza del costume, la nobiltà del carattere, la costanza nelle affezioni e nei propositi, la soavità e la franchezza delle parole.
Molti purtroppo sono gli uomini che con un corredo assai meno largo di doti così belle, riuscirono a fare tra i loro contemporanei una figura più splendida di quella che il compianto nostro Collega abbia fatto nella non troppo lunga sua carriera mortale.
Ma alle belle doti, cui io ho appena accennato, egli univa, più spiccata di tutte la modestia; sicché, pago nella propria coscienza di avere procurato il bene dei suoi simili e della patria sua, rifuggiva dal farne pompa onde procurarsi lodi ed applausi.
Se io vero dica possono farne testimonianza quelle moltissime vittime illustri dell'amore di patria e della prepotenza straniera, che ospitale ricovero e per opera di Michelangelo Castelli abbondanti sussidî e favori si ebbero in Torino, dove vivo sempre, a dispetto del tristissimo volgere de' tempi, si mantenne il sacro fuoco della libertà, dell'unità e dell'indipendenza d'Italia.
La soavità dei modi, lo spirito eminentemente conciliativo, la franchezza e la lealtà del carattere fecero di Michelangelo Castelli l'anello di congiunzione tra le due frazioni del partito sinceramente costituzionale, che nel 1851 si disputavano la prevalenza nel Parlamento Subalpino; ed all'opera di lui si dovette in modo speciale quella fortunata associazione di propositi e di volontà, che in progresso, mercé la lealtà del principe, la saviezza dei governanti, il valore dell'esercito e l'abnegazione dei popoli, decise del destino della nostra patria.
Amico leale e costante di Camillo di Cavour, e da lui con pari affezione contraccambiato, Michelangelo Castelli era ammesso nei più reconditi segreti della ardita ed al tempo stesso prudente politica di quell'uomo immortale e fu di essa uno dei più abili ed efficaci cooperatori.
La memoria dell'uno non può scompagnarsi da quella dell'altro; e la dipartita del benemerito patriota Michelangelo Castelli da questa terra, rincrudisce i dolori d'Italia per la morte immatura e supremamente deplorabile del suo più insigne uomo di Stato. (Vivi segni d'approvazione).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 dicembre 1875.