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CASSITTO Raffaele

15 settembre 1803 - 03 dicembre 1873 Nominato il 09 novembre 1872 per la categoria 17 - Gli intendenti generali dopo sette anni di esercizio provenienza Puglia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Francesco Maria Serra, Vicepresidente

Il commendatore Raffaele Cassitto cessò di vivere in Napoli il 4 corrente mese per colpo di apoplessia.
Egli era nato in Lucera da antica famiglia patrizia nel 1803, e nei suoi zii paterni Giovanni Antonio, Luigi e Federico, tutti e tre distinti letterati, ebbe esempi di virtù domestica e di amore alle scienze degni di imitazione.
E li imitò di fatto, perocchè appena addottoratosi in giurisprudenza, si dedicò agli uffizi pubblici, e dopo di avere disimpegnati con molta lode diversi incarichi municipali e provinciali, ottenne nel 1846 il posto di consigliere d'Intendenza.
In tale uffizio egli dette prove non dubbie di attitudine e di operosità, in grazia delle quali fu nel 1859 chiamato a Napoli presso il Ministero dell'interno, dove la Regia Luogotenenza lo trovò nel 1861 con tale riputazione di amministratore valente ed onesto, che lo nominò prima governatore e poi prefetto di Reggio di Calabria.
Appena assunto a quell'ufficio elevato, ebbe avversari non pochi, come nei tempi di profondo rivolgimento politico avviene anche ai migliori. Nulla potendo dire contro l'onoratezza del suo carattere e la sua distinta attitudine come amministratore, chiamarono debolezza la sua temperanza, inerzia la sua prudenza; ma egli invece di disprezzare le accuse, come da molti spesso si fa, volle di esse trionfare, e trionfò, e le prove del uso trionfo stanno nei diplomi di cittadinanza, dopo che cessò dalle funzioni di prefetto esercitate in quelle provincie, decretatigli dai municipi di Noto, Grosseto, Benevento, Baselice e San Bartolomeo in Galdo.
Afflitto da frequenti malattie, non diminuì mai lo zelo suo per il pubblico servizio. Più volte nei brevi riposi consigliati dai medici e conceduti dal Ministero, il prefetto Cassitto non curando sé medesimo e la famiglia di cui era amantissimo, fece spontaneamente ed innanzi tempo ritorno al lavoro sempre quando la sopravvenienza di qualche importante affare di servizio sembrava ricordargli maggiore l'obbligo dell'opera sua.
Costretto dagli anni e dalla malferma salute a chiedere onorato riposo, questo gli venne conceduto nel luglio 1872 dal Governo del Re, il quale, pochi mesi dopo, nel premiò in modo speciale le benemerenze collo scriverlo fra i senatori del Regno.
Ammesso in tale qualità in questo venerevole consesso, egli ebbe appena tempo di assidersi fra noi che un primo insulto di apoplessia pose in pericolo la sua vita e lo strinse a riparare in seno alla sua famiglia in Napoli, dove, sino a questi ultimi giorni, nutrivasi speranza di conservarne ancora per lunghi anni la preziosa esistenza.
Un secondo insulto, la spegneva quasi improvvisamente.
Il senatore Cassitto fu uomo di svariata e soda coltura, e come tale, ebbe l'onore di essere ascritto fra i Soci corrispondenti dell'Accademia delle Scienze in Napoli e di altri istituti letterarii e scientifici. Marito e padre affettuoso, uomo d'indole mitissima, aperto alla benevolenza, e di modi assai cortesi, cittadino devoto al Re e alla patria, funzionario di fama intemerata, il senatore Cassitto lasciò morendo fra quanto lo conobbero vivissimo desiderio di sé.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 10 dicembre 1873.