senato.it | archivio storico

CASELLI Enrico

23 settembre 1833 - 21 aprile 1907 Nominato il 17 novembre 1898 per la categoria 08 - I primi presidenti e presidenti del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente

Signori senatori! [...]
Pochi giorni dopo, si spense a Roma, corrente aprile, un altro nostro collega, il senatore Enrico Caselli.
Nato a Napoli il 23 settembre 1833, rivolse tutta l'attività sua agli studi giuridici, e percorse la carriera giudiziaria. Giudice dapprima al Tribunale di Chieti, poi sostituto procuratore del Re a Napoli, procuratore del Re a S. Germano, a Campobasso, consigliere d'appello a Potenza e a Trani, presidente del Tribunale di Cassino, poi di nuovo consigliere d'appello a Napoli, presidente di sezione della Corte d'appello di Catanzaro, indi consigliere ed infine presidente di sezione alla Corte di cassazione di Roma - il Caselli mostrò sempre in tutti questi uffici una grande alacrità e diligenza, una profonda conoscenza del diritto civile ed un retto criterio giuridico.
Le cure del suo ufficio non gli permetterono di frequentare molto il Senato, dove fu chiamato a sedere il 17 novembre 1898.
La perdita immatura dell'egregio nostro collega priva la magistratura di un ottimo elemento, e lascia la famiglia nel lutto, al quale di gran cuore il Senato si associa. (Benissimo).
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
ORLANDO, ministro di grazia e giustizia e dei culti.Mi associo a nome del Governo alle nobili parole dette dal nostro illustre Presidente alla memoria [...] di Enrico Caselli.
Mi si consenta particolarmente di rivolgere alla memoria di questo insigne magistrato un saluto doloroso e riverente. Se anche altri titoli egli non avesse all'ammirazione nostra ed al nostro attuale rimpianto, questo solo basterebbe ricordare: una vita operosa e vigile di dignità dedicata all'amministrazione della giustizia. Egli era uno degli ultimi, per tempo non per valore, uno degli ultimi campioni di quella scuola giuridica napoletana, veramente magnifica palestra, in cui si addestrarono nobili ingegni, che restano tuttora gloria del diritto e della magistratura italiana. Da questa scuola egli trasse quella cultura profondamente assimilata, che non fa soltanto l'erudito ma altresì il sapiente. Comune agli insigni suoi compagni di quella scuola egli ebbe quella alacrità, quella flessibilità, quella facilità, quella forza di prenotazione nelle questioni giuridiche che sono le più alte doti del giurista e ci sia lecito di dirlo con fierezza nazionale, le vere caratteristiche d'oro del giurista italiano. Vada giustamente il saluto di riverenza, che oggi il Senato gli rivolge per mezzo del suo Presidente; vada a lui il saluto della gratitudine della magistratura italiana, di cui in questo momento io sono sicuro di interpretare il sentimento unanime.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 aprile 1907.