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CASALINI Alessandro

27 agosto 1839 - 17 marzo 1921 Nominato il 30 dicembre 1914 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Veneto

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Filippo Torrigiani, Vicepresidente

Onorevoli colleghi! Con vivo dolore vi annunzio il nuovo lutto che ha colpito il Senato.
Questa mattina, in Roma, si è spenta la nobile operosa vita di Alessandro Casalini, nato il 27 agosto 1839 a Rovigo. Laureatosi ingegnere a Padova nel 1859, si arruolò nei carabinieri genovesi; partì con la seconda spedizione garibaldina, guidata dal Medici, e fece tutta la campagna delle Due Sicilie, prendendo parte alla battaglia del Volturno. Ritornato nella sua città, nel 1866, fu nominato commissario per l'istruzione, cui diede vigoroso impulso, ed in seguito dai suoi concittadini fu eletto consigliere provinciale e comunale.
Nel 1870, eletto deputato dal collegio di Lendinara, portò il valido contributo della sua operosità alla Camera dei deputati, restandovi per la XI e XII legislatura. La profonda cultura, l'elevatezza del carattere, la seria preparazione alla vita politica procurarono subito al Casalini la profonda stima dei colleghi e degli uomini più insigni del tempo, come il Minghetti, il Sella, lo Spaventa; e nel 1873 fu dal Minghetti, allora presidente del Consiglio e ministro delle finanze, chiamato al posto di segretario generale alle finanze in un momento assai difficile per il bilancio dello Stato. Ed il giovane segretario generale - aveva solo 34 anni - non fallì alle speranze su di lui riposte. Egli ebbe non piccola parte di merito nel solido riassetto delle finanze nazionali, che portò a quel pareggio che il Minghetti poté nel 1876 annunziare al Parlamento come raggiunto.
Caduta la destra, il Casalini lasciò per qualche tempo la vita politica attiva e dedicò la sua sagace operosità al campo bancario ed industriale. Questo periodo della sua vita culminò con la presidenza delle acciaierie di Terni, che egli con assiduo e pertinace lavoro riuscì ad avviare a prospera vita.
La fiducia dei suoi amici politici lo volle di nuovo deputato ed egli rappresentò il collegio di Rovigo nella XIX e XX legislatura.
Nel 1900 tornò a vita privata dedicandosi agli studi di filosofia, sempre da lui prediletti. Egli lascia due opere che rivelano profondità di dottrina e di analisi e una visione personale dei più ardui problemi: le categorie di Aristotele e gli Studi filosofici sulla cognizione.
Fu nominato senatore il 30 dicembre 1914, ma la sua tarda età e la malferma salute gli impedirono di prendere parte attiva ai nostri lavori. In questi ultimi anni una grave sventura lo aveva colpito: un suo diletto figlio, che si era battuto da prode sui campi di battaglia, era stato sì gravemente ferito, da soccombere, or non è molto, dopo lunghi mesi di sofferenze, dando così forse l'ultimo colpo alla fibra già scossa del vecchio genitore.
Circondato dalle simpatie di quanti lo conoscevano, egli scompare ora, lasciando in noi tutti un senso di vivo rimpianto.
Alla sua cara memoria inviamo l'espressione del nostro profondo cordoglio e alla famiglia desolata le nostre commosse condoglianze. (Approvazioni).
FACTA, ministro delle finanze. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FACTA, ministro delle finanze. Le nobili parole, con le quali l'illustre Presidente ha rievocato la figura del senatore Casalini, dispensano me dal dire alcuna cosa di quell'egregio uomo, che onorò il Parlamento; uomo per il quale il maggior elogio è costituito dal fatto di esser stato chiamato a collaborare con quegli uomini insigni, i quali e per scienza profonda, e per patriottismo, e per fede nei destini di Italia hanno scritto delle pagine immortali nella nostra storia.
Io credo che nessun uomo possa vantare un onore maggiore di quello di avere avuto confidenza e famigliarità, e di aver lavorato con questi uomini eminenti.
Sono tanti e tali i servigi resi alla patria dal senatore Casalini, e come membro del Parlamento e come membro del Governo, che si può ben dire oggi che, scomparendo la sua figura, scompare una delle figure più complete della vita italiana.
Noi c'inchiniamo con riverenza alla sua memoria, pensando che nel momento, in cui ci è difficile distinguere quali siano fra le sue molte doti di cultura e di ingegno le più preminenti, possiamo tuttavia raccogliere queste doti in una sola sintesi e colla nostra memore devozione offrirle come omaggio all'uomo insigne che purtroppo l'Italia ha perduto. (Vive approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 marzo 1921.