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CARTA MAMELI Michele

31 agosto 1836 - 23 maggio 1907 Nominato il 14 giugno 1900 per la categoria 15 - I consiglieri di Stato dopo cinque anni di funzioni provenienza Sardegna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente

Signori senatori! [...]
Un'altra dolorosa e gravissima perdita ha fatto ancora ieri il Senato nella persona dell'onorevole Michele Carta-Mameli, nato a Cagliari il 31 agosto 1836.
Modesta e tranquilla fu la sua vita: ma nobile ed operosa.
Addottorato giovanissimo in leggi, egli percorse indefessamente la sua carriera, nella quale dai primi gradi salì man mano fino a presidente di sezione del Consiglio di Stato. Ma di questo ufficio, al quale fu chiamato non è ancora un mese, la morte inaspettata non gli permise di prender possesso.
Molto stimato pel suo valore e per l'intemerato carattere, fu commissario Regio a Livorno: fu capo di gabinetto agl'interni in uno dei ministeri Depretis; fu nominato in molte commissioni importanti.
In tutti questi uffici erano mirabili in lui, oltre l'acutezza e la cultura dell'ingegno, la giustezza del criterio, la nitidezza dell'espressione, la inalterabile serenità della mente - rivelatrice di un animo retto, a cui l'attività infaticabile nulla toglieva della pacatezza e della calma interiore.
Chiamato alla Camera vitalizia il 14 giugno 1900, fu sempre uno dei senatori più operosi.
Il medesimo interesse ond'era animato in tutto ciò che riguardasse la sua diletta Sardegna, egli portava in tutte le altre questioni; specialmente in quelle nelle quali a lui sembrasse non tutelato abbastanza il principio della giustizia, di cui era strenuo e zelantissimo difensore.
Nella Commissione di finanze, di cui faceva parte, e negli Uffici centrali, era esattissimo a stendere e sollecito a presentare le relazioni affidategli: e sempre ne era sopraccarico, precisamente perché si conosceva la sua sollecitudine e la sua esattezza.
Di carattere mite e sempre uguale, sempre disposto a compiacere i colleghi e a far del bene a tutti, a tutti era carissimo.
La vita dell'onorevole Carta-Mameli fu una esistenza preziosa: perché piena di bontà, feconda di utile lavoro, senz'ombra di vanità o d'ambizione.
L'immatura sua dipartita lascia un vuoto nel Senato e nel cuore di tutti noi. Possa questo nostro schietto tributo di affettuoso compianto render men crudo il dolore della diletta sua figlia e de' suoi congiunti. (Benissimo). [...]
FINALI. Nel breve intervallo delle nostre sedute la Commissione permanente di finanze ha fatto due dolorose perdite, in due egregi colleghi, i cui meriti sono stati eloquentemente e con affetto commemorati dal nostro Presidente.
Michele Carta-Mameli era circondato da generali simpatie. Nella Commissione permanente di finanze si sono avute molte occasioni d'ammirare la sua alacrità e la sua dottrina; ne è rimasto un documento che precede di poco la sua morte, ed è la relazione sul bilancio preventivo di agricoltura, industria e commercio, che essendo questo venuto prima degli altri innanzi al Senato, ha potuto essere segnata dal nostro compianto collega, e restare ultimo documento della sua diligenza e della sua dottrina. [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Il Governo prende viva parte al dolore del Senato per la perdita di due illustri suoi membri. [...]
Il senatore Carta-Mameli, del quale ebbi onore di essere collega nel Consiglio di Stato, ha reso pure in una sfera più modesta dei servizi veramente pregevoli al paese. Era un uomo di carattere altamente stimabile e di una modesta, ma profonda dottrina. Egli sopratutto s'interessava, come ricordò l'egregio nostro Presidente, alla sua nativa Sardegna, la quale, è certo, lo ricorderà lungamente. Il Governo per parte sua si associa a tutte le condoglianze che il Senato vorrà dirigere alle famiglie del conte Codronchi e del senatore Carta-Mameli. (Benissimo). [...]
SACCHETTI. La parola autorevole del nostro Presidente, quella del presidente del Consiglio e poi i colleghi Finali e Pasolini hanno espresso tutto il rimpianto del Senato per la perdita dei nostri colleghi amati e stimati, il Codronchi e il Carta-Mameli, rapiti anzi tempo agli alti uffici nei quali eccellevano, e all'affetto della patria. [...]
MAZZOLANI. Alle nobili parole con le quali il venerato nostro Presidente ha commemorato il senatore Michele Carta-Mameli, io mi associo col cuore commosso, rimpiangendo amaramente la perdita del mio incomparabile amico.
Se in Michele Carta-Mameli vibrava sempre altissimo il sentimento dei doveri che incombono al cittadino e al pubblico funzionario, non meno sacro nell'animo di lui era il culto per la famiglia. Legato a lui da antica e costante intimità, io potei ammirar da vicino, oltre le molte e singolari sue prerogative, l'immenso amore e l'interessamento di tutti i giorni di tutte le ore verso la benamata sua famiglia antica e nuova.
Dopo la morte della virtuosa Consorte, egli visse con una piaga sempre sanguinante nel cuore, muto nella ricordanza di quella donna ammirevole che gli fu sempre affettuosa compagna, e gli rese soavi i giorni della vita che condusse con lei.
Da quel tempo egli consacrò ogni sua cura, ogni più delicato pensiero alla gentile e culta sua figliuola, la quale corrispondeva con slancio ed effusione di affetto alla tenerezza paterna.
Tutto fu troncato in un istante!
A quest'orfana sconsolata vadano le condoglianze vivissime di tutti noi, e di quanti conobbero, amarono e stimarono il diletto suo genitore, con l'augurio che il di lei animo, educato alla scuola del dolore, sostenga con virile coraggio la novella prova che, in quest'ora fatale, così aspramente contrista la sua giovinezza.
Ad essa e a tutti i nobili congiunti sia di qualche conforto il generale rammarico che ha destato la scomparsa di un uomo tenuto in tanto pregio, che lascia, col suo nome onorato, eredità di affetti sinceri, e scende nel sepolcro confortato di pianto domestico e cittadino. (Benissimo).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 maggio 1907.