CARNAZZA AMARI Giuseppe
30 dicembre 1837 - 26 marzo 1911 Nominato il 10 ottobre 1892 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza SiciliaCommemorazione
Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi! Vuole sventura, che sia da me anche oggi fra noi destato il duolo; lamentando la perdita del nostro collega Carnazza Amari, morto in Catania il 26 di marzo. Figlio di quel Sebastiano catanese, che fu, ne' giorni della servitù, perseguitato, carcerato, relegato; ed in quelli brevi delle libertà del 1848, presidente del Comitato di giustizia e sicurezza, e deputato al Parlamento siciliano; di poi ne' fortunati del risorgimento alla Camera italiana; Giuseppe era nato il 31 dicembre 1837 in Palermo, durante il ricovero avutovi dalla madre Grazia de' conti Amari. Lo spirito liberale egli trasse dal sangue, l'amor patrio dagli esempi di famiglia; quali quei chiarissimo del padre or detto, dello zio Gabriello degli zii Michele ed Emerico Amari, de' congiunti Vito D'Ondes Reggio e Francesco Ferrara.
Giovanetto negli studi diede presto di sé felici presagi: coltivò giurisprudenza nell'Ateneo catanese; appena quindicenne pubblicò una lodata dissertazione sul duello; prese a 18 anni la laurea. Esordiente avvocato di vaglia, lo chiamò a sé la magistratura del nuovo Stato; ma ne uscì, scorso non guarì più d'un anno, per professare il diritto internazionale da lui prediletto; nel quale approfondì e perfezionossi in Torino alla scuola di Pasquale Stanislao Mancini e di Terenzio Mamiani; cosicché ne salì la cattedra nel 1864 in Catania straordinario di Università; vi divenne ordinario, senza concorso, a proposta della Facoltà, e vi continuò luminosamente finché visse, contando cinquantatrè anni di proficuo insegnamento.
Sul diritto dell'Archiginnasio di Catania di essere riconosciuto Università di prima classe gli scritti memorandi del Carnazza Amari furono pubblicati; e della pareggiata Università fu poi sempre benemerito nelle discussioni della Camera, quando fu deputato.
Nell'avvocatura fu insigne, e lustro dell'Ordine. Eletto nel 1884, alla quasi unanimità, consigliere provinciale del mandamento di Belpasso, ed elevatosi reclamo d'ineleggibilità di chi era, come lui, difensore del Comune e della Provincia, e professore, in una clamorosa disputa sostenne trionfalmente l'elezione, ed il reclamo fu rigettato.
Deputato al Parlamento, eletto dal 2° collegio di Catania al principio della 14ª legislatura; poi dal collegio a scrutinio di lista per le legislature 15ª, 16ª e 17ª, il mandato adempì nella massima fiducia degli elettori, in grande stima della Camera. Nel suo maggior vigore vi spiegò facondia e dottrina considerevole specialmente in soggetti giuridici e di politica esterna. Mentovati pur sono i suoi discorsi del 1882 sullo scrutinio di lista e sugli zolfi; e gli altri del 1889 sui provvedimenti finanziari allora proposti, e per la riduzione della tassa sugli spiriti; pei quali ultimi, a popolare sottoscrizione, gli fu coniata una medaglia d'oro, che da un lato porta: A Carnazza Amari benemerito deputato al Parlamento; e dall'altra: Elettori e cittadini riconoscenti.
Fuori delle mura cittadine, ed oltre i confini d'Italia, diffusa fu la fama del dotto pubblicista per le sue opere. Dopo alcune prime del diritto civile e del canonico, scrisse poi quasi sempre del diritto internazionale. Di mole e pregio maggiore, i suoi Elementi di diritto internazionale ebbero ristampa e traduzioni; e tradotti in lingua francese furono il suo Trattato sul diritto internazionale pubblico di pace, e lo scritto Del blocco marittimo. Aggiungi le altre notevoli pubblicazioni: Dello studio del diritto internazionale in Italia - Equilibrio politico - Nuova esposizione del principio del non intervento.
Degno fu Giuseppe Carnazza Amari di venire aggregato all'istituto di diritto internazionale di Gand onde poteva bene il Senato, che l'acquistò nell'ottobre del 1892, onorarsi di tanta sua reputazione: come ora può tenere nel registro di onore il chiaro nome, che del compianto collega sopravvive. (Vive approvazioni).
ARCOLEO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
ARCOLEO. Conterraneo del senatore Giuseppe Carnazza-Amari, esprimo il rimpianto della Provincia di Catania, colpita da gravi perdite nel breve giro di un anno: l'onorevole Angelo Majorana, troncato a mezzo della sua fortunata e meritata ascensione; il senatore Carnazza-Puglisi, lustro del foro e della scienza commerciale; il senatore Luigi Gravina, nobile esempio di patriottismo e di esperienza amministrativa.
Il nostro collega testé scomparso appartenne a quella generazione isolana che nei primi albori del risorgimento aprì la mente e l'animo al culto della grande patria comune.
Attinse dal paterno esempio le larghe tendenze liberali, dalla madre, sua educatrice, la singolare bontà di animo.
Serbò viva e tenace la fede nelle istituzioni; fu uno fra i primi e noti cultori del diritto internazionale, e scrisse opere lodate in Italia e fuori; unì all'acume dell'intelletto e alla varia cultura, equilibrio e fermezza di propositi, sentimento di dovere, che rivelò sempre nelle multiformi e progressive sfere della sua attività: magistratura, foro, ateneo, Camera, Senato.
Propongo che l'Assemblea esprima per mezzo dell'illustre Presidente le sue condoglianze alla famiglia e alla città di Catania. (Approvazioni).
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. Il Governo si associa di cuore al dolore del Senato per la perdita del senatore Carnazza-Amari. L'illustre Presidente del Senato e l'egregio senatore Arcoleo hanno ricordato quali eminenti servigi egli abbia reso come deputato, come senatore, come uomo di scienza. Io lo rammento operoso deputato, nell'altro ramo del Parlamento, fra i più stimati allorché si trattava di questioni giuridiche, e ricordo pure quale parte importante avesse nella sua provincia natia, come uno dei principali sostenitori del partito liberale monarchico.
Mi associo quindi pienamente alle espressioni di dolore degli illustri oratori che hanno parlato. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Ritengo approvata la proposta dell'onorevole senatore Arcoleo, e le darò sollecita esecuzione.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 6 aprile 1911.