senato.it | archivio storico

CARAVITA Giuseppe

26 luglio 1849 - 10 marzo 1920 Nominato il 24 novembre 1913 per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Durante l'interruzione dei nostri lavori, gravi lutti hanno colpito il Senato. [...]
Dopo brevissima malattia, mancò ai vivi il 10 corrente in Napoli il collega Giuseppe Caravita, principe di Sirignano, e con lui scompare una delle più simpatiche figure dell'aristocrazia napoletana.
Nato in Napoli il 26 luglio 1849, fece parte per alcuni anni con successo delle pubbliche amministrazioni; fu dal 1878 al 1889 segretario nel Ministero di grazia e giustizia e più tardi capo di gabinetto del prefetto di Roma, e le sue doti d'ingegno e le sue qualità personali di gentiluomo di razza erano apprezzatissime nell'alta società della capitale.
Lasciati i pubblici impieghi, si ritirò in Napoli, ove egli, anima di artista e insieme provetto amministratore, fece sorgere il magnifico rione che ora dal suo nome si intitola.
Molte ed importanti Società industriali napoletane lo avevano a presidente: molte altre si giovavano egualmente della sua sagace esperienza.
Si occupò anche fervidamente delle belle arti e degli sports: onde, fra l'altro, era da molti anni presidente del Circolo artistico napoletano, ed era stato per molto tempo presidente della sezione napoletana della Lega navale italiana: a tale nobile istituzione aveva anzi dedicato cure tanto amorose da meritare la medaglia d'oro di benemerenza, che, or è poco, gli era stata conferita.
La fiducia dei suoi concittadini lo aveva chiamato per qualche anno a far parte del Consiglio comunale di Napoli e fu anche consigliere provinciale di Avellino.
Nominato senatore il 24 novembre 1913, solo per breve tempo poté partecipare ai nostri lavori. Nel 1915 infatti, dolorosamente colpito da cecità, fu costretto a rinunziare alla multiforme operosità che il suo spirito eletto e la sua fine intelligenza tanto gli facevano amare.
Ed ora egli ha chiuso, fra il compianto di tutti quelli che lo conoscevano, la sua nobile vita mortale. Inviamo reverenti alla sua salma il nostro saluto. (Benissimo). [...]
DEL CARRETTO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Del Carretto.
DEL CARRETTO. [...]
E mi consenta poi il Senato, che con animo profondamente addolorato di amico devoto ricordi pure il principe di Sirignano che rappresentava a Napoli il polo verso cui volgevano tutte le tendenze e tutte le aspirazioni per tutto quanto potesse suonare decoro per la città e per la patria. Fu amministratore del comune, fu a capo di grandi iniziative industriali e fu vero mecenate degli artisti. Raccolse sempre in tutta la sua vita tutti i palpiti dell'anima meridionale, fu un'alta affermazione di sentimento e di mentalità proteiformi, vibranti sempre nobilmente per quanto suonasse omaggio alla patria e decoro alla città.
La città di Napoli ha perduto in questi giorni nei tre nostri colleghi, tre suoi amati ed illustri figli. Pregherei il Presidente ed il Senato di mandare alla città il compianto unanime, che parte dal Senato, in omaggio alle tre degne memorie di uomini che furono tutti e tre complete e nobili affermazioni del sentimento d'italianità più puro e di devozione illimitata alla patria. (Approvazioni).
MORTARA, ministro della giustizia e degli affari di culto. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MORTARA, ministro della giustizia e degli affari di culto.I nomi dei perduti che oggi sono stati commemorati in quest'alta Assemblea, ed il loro grande valore, conferiscono maggiore mestizia alla solennità che si celebra. Il Governo si associa con fervido sentimento agli elogi ed ai rimpianti che sono stati manifestati con tanta eloquenza e con tanta autorità dal Presidente e dagli onorevoli senatori che hanno finora parlato, in omaggio alla memoria di Carlo Francesco Gabba, di Tommaso Senise, Camillo Bozzolo, di Alfonso Barinetti, del principe di Sirignano e del duca Avarna di Gualtieri.
Le commemorazioni di questi illustri e rimpianti colleghi sono state così alte, così degne, che l'aggiungere parola sarebbe ormai ripetizione superflua della giusta affermazione dei loro meriti civili e patriottici, della dottrina, delle benemerenze di opere e di pensiero, abusando di un tempo che al Senato è prezioso. [...]
Alla memoria di tutti gli scomparsi senatori il Governo manda un tributo di omaggio e di venerazione, associandosi alle proposte per manifestare voti di condoglianza, che prego siano espressi anche in nome del Governo, alle famiglie degli estinti, e alle città che diedero loro i natali, o che si onorarono di avere come cittadini loro questi illustri nostri colleghi. (Approvazioni).
PRESIDENTE. Mi farò premura di dare esecuzione alle varie proposte che sono state fatte.

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 marzo 1920.