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CARAVAGGIO Evandro

19 maggio 1836 - 23 marzo 1913 Nominato il 21 novembre 1901 per la categoria 17 - Gli intendenti generali dopo sette anni di esercizio provenienza Lombardia

Commemorazione

 

Atti parlamentari - Commemorazione
Pietro Blaserna, Vicepresidente

L'onorevole nostro Presidente, essendo leggermente indisposto, mi ha incaricato di sostituirlo nel presiedere l'adunanza di oggi, e ha messo a mia disposizione le commemorazioni già da lui preparate.
Ne do lettura, aggiungendone due, che si riferiscono a nostri colleghi morti recentemente, per i quali il nostro illustre Presidente non ha avuto il tempo di preparare le commemorazioni.
Sono mancati ai vivi, nell'intervallo delle sedute, i senatori Caravaggio [...]
Nato Evandro Caravaggio, in Leno del bresciano, il 19 maggio 1834, morì il 23 dell'ultimo scorso marzo in Castiglione delle Stiviere. Studiando le leggi in Pavia, fu di que' giovani ardimentosi, che, quando il Piemonte dava asilo ai profughi lombardi, li aiutavano al tragitto del Ticino. Nel 1859, sotto il Governo del Re entrò agli uffici dell'amministrazione dell'interno, e vi continuò, acquistando le più estese cognizioni degli ordinamenti amministrativi e delle pubbliche istituzioni e molta esperienza di Governo. La sua opera fu proficua per oltre trentadue anni alle provincie nelle prefetture affidategli dal 1879 al 1902; e gli meritò l'ingresso al Senato, che gli fu aperto dalla nomina del 21 novembre 1901. Del suo valore profittarono anche speciali amministrazioni. Fu commissario straordinario al manicomio di Aversa, che riordinò, e del Monte de' Paschi di Siena, che riformò e diresse in modo da rendersi grati l'Istituto e i cittadini. Qual senatore appartenne al Consiglio superiore della pubblica beneficenza, alla Commissione centrale per l'amministrazione de' culti nella Provincia di Roma e alla Commissione centrale per l'assegnazione al domicilio coatto. Dell'opera oramai classica: Cinquant'anni di storia Italiana, pubblicata per cura della Regia accademia dei Lincei, egli fu collaboratore, scrivendo un lungo e ponderoso articolo Sulla beneficenza degno di lui e dell'Accademia editrice. Sentiamo rammarico di aver perduto tal collega, che vedevamo fra noi assiduo. (Benissimo). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Del Zio.
DEL ZIO. Io debbo spargere il fiore della gratitudine sulla tomba del senatore Evandro Caravaggio.
E sebbene i presidenti dell'Assemblea elettiva e vitalizia non lascino mai superare la magnanimità de' propri sentimenti, quando per l'elogio funebre dei colleghi debbono concepire ed esprimerne vittoriosamente un giudizio di verità adeguato al merito, sarà sempre permesso ai singoli deputati e senatori di recare il valore della loro testimonianza in appoggio alle parole presidenziali.
E io la debbo, stante che il Caravaggio era prefetto di Potenza nel 1881, quando i nostri amati sovrani tornavano dalla Sicilia. E dopo 23 o 24 giorni di viaggio in mezzo alla esultanza e alla commozione delle città e delle provincie, avevano pure dovuto cedere non solo al ricambio gradito delle gentili premure, ma anche al fasto delle cerimonie, e al peso della invernata che era terribile. L'arrivo loro a Potenza fu il 28, la fermata il 29, la partenza per Roma il 30 gennaio 1881. Le manifestazioni Basilische erano unanimi alle varie stazioni e a quella di Pisticci, di Ferrandina, di Vaglio, dove le popolazioni accorrevano per avere il piacere di vedere e ossequiare il Re e la Regina; l'entusiasmo era stato sì generale, quando si toccò e si lasciò Potenza.
Fu dato, in quella occasione, un banchetto nel palazzo della Prefettura, ed io ebbi in tale circostanza a rilevare la prudenza civile ed il buon senso del prefetto, il quale posciaché non si poteva andare al teatro per udire una musica di Verdi, che in ora assai tarda, dispose in modo la riunione che rese possibile alla Regina di manifestare i suoi sentimenti di affezione verso le regioni che restava a percorrere della Lucania e nelle provincie di Lecce, di Teramo, di Aquila. Espresse Ella la sua gratitudine coll'augurio di una splendida prossima primavera. E citò l'ode di Orazio a Torquato: Diffugere nives, redeunt iam gramina campis.
Il Sovrano poi prese nelle sue mani quelle del mio successore nel collegio di Melfi, onorevole Fortunato, e le mie, che ero successore di Francesco Crispi nel collegio di Tricarico, e disse ad entrambi: “D'ora innanzi stringetevi e pensate alla patria; qualunque sia la divisione politica tenete ferma l'unità della patria”.
Io quindi mi associo ai sentimenti di ammirazione espressi dall'onorevole Presidente, sotto il triplice ordine di virtù da lui citate, mi vi associo in nome della Basilicata, e spargo il fiore della gratitudine sulla tomba di Evandro Caravaggio. [...]
BETTONI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BETTONI. L'onorevole Presidente ha voluto con parola elevata ricordare la memoria del senatore Caravaggio.
Il senatore Caravaggio che ebbe i natali nella mia provincia ha lasciato di sé memoria cara, sia per le sua qualità di cittadino che per quelle di amministratore pubblico, come pure per quelle di patriota non dell'ultima ora. Alla sua memoria venerata io rivolgo un pensiero mesto e un saluto affettuoso. (Approvazioni).[...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Purtroppo, durante la breve sospensione dei suoi lavori, il Senato è stato colpito da gravi lutti.
Il Presidente del Senato e gli onorevoli senatori che hanno parlato hanno ricordato le grandi virtù degli estinti colleghi di quanti seggono in quest'Aula.
Io, come ministro dell'interno, ho il dovere i ricordare in modo particolare l'onorevole senatore Caravaggio, che fu prefetto in molte ed importanti provincie, e rese all'Amministrazione dell'interno eminenti servizi. Il senatore Caravaggio era considerato come uno degli uomini più competenti nelle questioni amministrative, nelle quali si distinse in tutte le provincie, portando la severità nell'Amministrazione e una grandissima diligenza, soprattutto nel tutelare il patrimonio dei poveri. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 aprile 1913.