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CAPELLINI Giovanni

23 agosto 1833 - 28 maggio 1922 Nominato il 04 dicembre 1890 per la categoria 18 - I membri della Regia accademia delle scienze dopo sette anni di nomina provenienza Liguria

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Il 28 maggio testé decorso, dopo breve malattia, si spense in Bologna, tra il generale cordoglio di quella cittadinanza che lo considerava suo vanto, l'illustre geologo prof. Giovanni Capellini.
Nato alla Spezia, da antica famiglia oriunda di Portovenere, il 23 agosto 1833, dotato di non comune ingegno e di gran forza di volontà, seppe, pur tra ristrettezze economiche non lievi, conseguire a 25 anni la laurea in scienze nella Università di Pisa, essendo in lui vivissimo l'amore agli esperimenti ed alle ricerche, sopratutto nel campo geologico e paleontologico.
In mezzo ad indicibili difficoltà, riuscì, ancora ragazzo, a crearsi un vero laboratorio scientifico, che nel 1853, allorché la famiglia reale del Piemonte si recò alla Spezia, ebbe l'onore di una visita dei Principi. A quell'anno risale pure il suo primo scritto di argomento geologico.
Nel 1860 fu nominato professore nel collegio nazionale di Genova e fu quindi acclamato dottore collegiato di geologia in quell'università. L'anno dopo, il Mamiani lo chiamava alla Cattedra di geologia della Università di Bologna, che doveva rendere celebrata in tutto il mondo con più che un sessantennio di apostolato scientifico e didattico e che tenne fino alla morte. Il nome di Giovanni Capellini è il simbolo di una vita austera tutta dedita a studi faticosi e fecondi, e resterà una delle glorie più fulgide della scienza e dell'università italiana, giacché è legato ad una serie di scoperte importantissime, sovratutto per la conoscenza della geologia e della paleontologia dell'Italia, della quale ultima scienza fu uno dei pionieri. I suoi studi ebbero come precipuo campo d'azione e d'investigazione la Lunigiana, la Toscana, il Bolognese. Ma anche fuori dei confini della patria ei portò la sua inappagata brama di sapere; nei numerosissimi viaggi che fin da giovinetto fece quasi ogni anno all'estero a scopo scientifico, visitando tutta l'Europa e gran parte dell'America settentrionale, raccolse una messe enorme e preziosa di materiali che in occasione del cinquantenario del suo insegnamento egli, con atto veramente munifico, donò al Museo geologico di Bologna, considerato uno dei maggiori e migliori del mondo, di cui la sua raccolta forma la parte più cospicua e che a lui si intitola. Assai più che cento sono le sue opere, quasi tutte di carattere scientifico, alcune anche di carattere autobiografico, prezioso documento della sua forza mirabile di volontà e della sua grande nobiltà d'animo.
Uno dei meriti più insigni del grande scomparso fu, come anche il Carducci proclamò altamente, quello di essere stato gran promotore e propagatore degli studi geologici. In riconoscimento di tale merito appunto, l'Accademia delle scienze di Filadelfia gli assegnava, singolarissima distinzione, il premio Hayder, riservato ai più benemeriti promotori della geologia.
Egli fu anche una magnifica tempra di realizzatore e di organizzatore: a lui si deve la costituzione della Società geologica italiana, della quale mi onoro di essere stato insieme a lui ed a Quintino Sella uno dei fondatori; egli ebbe per primo l'idea dei congressi geologici internazionali, ed organizzò l'Esposizione italiana di archeologia preistorica, tenutasi in Bologna nel 1881.
Fu ripetute volte rettore dell'ateneo bolognese e in tale carica ebbe nel 1888 a promuovere i festeggiamenti per l'ottavo centenario del glorioso Studio, e in quell'occasione vide intorno a sé i più grandi geologi e paleontologi del mondo. Era membro della Accademia dei Lincei, della Società italiana dei quaranta, e di numerosissime altre accademie e società scientifiche italiane e straniere; era insignito anche di moltissime onorificenze, italiane e straniere, tra cui quella di cavaliere dell'ordine civile di Savoja.
Circondato sempre dall'ammirazione e dalla simpatia universali, ebbe numerose cariche nella sua città natale e in Bologna. Nel febbraio 1921 pel sessantennio dell'insegnamento, non solo da Bologna e dall'Italia ma da tutto il mondo fu un plebiscito di omaggi per l'illustre scienziato, cui Spezia tributò onoranze entusiastiche.
Le sue insigni benemerenze scientifiche e civiche furono premiate con la nomina a senatore addì 4 dicembre 1890; ma le sue assorbenti occupazioni scientifiche non gli permisero di esser troppo assiduo ai nostri lavori.
La scomparsa dell'insigne scienziato è lutto per l'Italia e per la scienza mondiale.
Il Senato si inchina reverente alla sua memoria e porge vive condoglianze alla famiglia desolata ed alle città della Spezia e di Bologna. (Approvazioni).
FACTA, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FACTA, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Le nobili parole del Presidente del Senato hanno posto in rilievo una delle figure più nobili della vita politica italiana. Ricordando l'illustre estinto, non si possono ricordare soltanto le sue virtù di cittadino, ma si ricorda il nobilissimo intelletto dello scienziato che badato al patrimonio scientifico d'Italia, i migliori frutti dei suoi studi.
Il Governo si associa con profondo cordoglio alle parole del Presidente del Senato, e manda alla nobile figura dell'estinto l'omaggio reverente della memoria e della riconoscenza. (Approvazioni).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 8 giugno 1922.