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CANTELLI Girolamo

22 giugno 1815 - 07 dicembre 1884 Nominato il 08 ottobre 1865 per la categoria 02 - Il presidente della Camera dei deputati e per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio e per la categoria 21 - Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giacomo Durando, Presidente

Anche oggi mi incombe il triste compito di annunziarvi la morte di due fra i nostri colleghi. [...]
Il conte Girolamo Cantelli cessava di vivere improvvisamente ieri l'altro a Parma, sua patria, nella ancor non grave età di 69 anni.
Liberale di antica data, caldo patriotta, cittadino virtuosissimo, prese parte ai rivolgimenti politici della patria nostra dal 1848 in poi.
Coperse con fama di amministratore valente ed integerrimo la carica di prefetto di Firenze, dopo di aver abbandonato il collegio che rappresentò per alcune legislature alla Camera dei deputati. Fece parte del Consiglio della Corona come ministro dei Lavori Pubblici, e due volte col portafoglio dell'Interno.
Era senatore del Regno dall'8 di ottobre 1865, e prese parte attiva ai lavori del Senato sempre quando non era distolto da altri importanti uffici pubblici; coprì la carica di Vicepresidente nel 1873. Lascia di sé memoria imperitura per integrità di carattere, per le qualità sue eminenti, e per l'amore con cui dedicò l'opera sua a servizio della patria.
COPPINO, ministro dell'istruzione pubblica. Domando la parola.
FINALI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola il signor ministro dell'istruzione pubblica.
COPPINO, ministro dell'istruzione pubblica. Sento il dolore del Senato nello associarmi a nome del Governo alle parole di compianto e di meritata lode che l'illustre Presidente di questa Assemblea ha tributato ai due illustri [...] ed il conte Cantelli, i quali mancarono a noi lasciando sempre più largo quel vuoto che va via via facendo la morte nelle file di coloro che la patria amarono, col sacrificio delle cose loro; nelle file di quelli i quali le forze loro consacrarono ed aiutarono col pensiero e con le opere la ricostituzione della patria nostra.
Voglia il Senato accettare questa testimonianza del Governo e voglia la nazione sentire il dovere che essa ha di surrogare uomini degni, a quelli che noi andiamo a mano a mano compiangendo, perché spariscono di mezzo a noi.
(Benissimo).
FINALI. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
FINALI. Alle parole così nobili e degne pronunziate dall'onorevolissimo nostro Presidente e dall'onorevole ministro della Pubblica istruzione, intorno ad uno dei due colleghi che abbiamo perduto, sia permesso a me, meno per giungere cosa alcuna alle lodi che si sono udite che per esprimere un sentimento di particolare compianto, sia a me permesso di far seguito commemorando il conte Cantelli.
Ed a questo ufficio mi muove principalmente la memoria di tre anni passati insieme a lui nell'Amministrazione della cosa pubblica; e lo faccio io perché non veggo qui, fra tanti amici di lui, presente alcuno di coloro, che in quel periodo di tempo o in altro sedettero insieme a lui nei Consigli della Corona.
Girolamo Cantelli in tutta la sua vita è stato sempre fedele allo stesso concetto politico, al concetto politico pratico e positivo, che ha condotto l'Italia ai presenti destini; non mutandosi mai, ma seguendo lo svolgimento del pensiero e del programma nazionale nelle sue fasi successive. Egli fu un integerrimo, un alto carattere, che alla patria si è consacrato costantemente, anche con sacrificio degli affetti e degli interessi privati.
Qualche volta egli, in mezzo al difficile compito di reggere il Ministero dell'interno, in tempi come i nostri, che dal 1859 in qua non furono mai perfettamente calmi, fu accusato di soverchio rigore. Ma questo che pareva ad altri soverchio rigore, non era altro in lui, che la coscienza di adempiere ad un profondo imprescindibil dovere.
Egli che aveva fortemente impressi nell'animo gli ammaestramenti della prudenza e della esperienza del passato, che i giovani non hanno e non ponno avere, teneva così a cuore, e reputava così sacra la conservazione della libertà, dell'indipendenza e dell'unità della patria, conseguite con tanti sforzi e con tanti sacrifici e delle quali egli credeva base necessaria lo Statuto costituzionale e la Dinastia, che egli non poteva tollerare si tentasse di scuoterla; e temeva, che quei supremi beni potessero essere compromessi da improntitudini e da intemperanze. Da questo sentimento soltanto veniva quella sua severa condotta, la quale a taluni poteva parere rigori.
L'onorevolissimo nostro Presidente, l'onorevole ministro della Pubblica Istruzione, dicendo del conte Cantelli, hanno notato la costanza del patriottismo, la fermezza dei propositi, la dignità del carattere. Sono questi pregi così grandi, e così rari, che io mi auguro che al mio ultimo giorno, qualcheduno possa ripetere di me la stessa lode. (Segni di approvazione).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 9 dicembre 1884.