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CALDESI Clemente

13 febbraio 1848 - 03 agosto 1923 Nominato il 04 marzo 1905 per la categoria 03 - I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio provenienza Emilia-Romagna

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente

Onorevoli colleghi. Durante la pausa dei nostri lavori abbiamo dovuto deplorare la perdita di ben quindici nostri carissimi colleghi. Io vi chiamo a commemorarli in un raccoglimento severo e solenne che è al tempo stesso omaggio alla memoria loro ed indice della maestà di questa eccelsa Assemblea. [...]
Il 3 agosto morì in Faenza, che gli aveva dato i natali il 13 febbraio 1848, l'avvocato Clemente Caldesi. Discendente d'una delle più nobili e antiche famiglie faentine, che aveva dato alle lotte del risorgimento nazionale patrioti e cospiratori, i quali soffrirono carcere ed esilio, aveva ereditato carattere battagliero ed austero, e il culto di due grandi ideali: la patria e la libertà. Entrò presto, prima ancora di laurearsi in legge, nella politica militante, dando impulso al partito democratico romagnolo, di cui doveva divenire uno dei capi, e ricoprendo ben presto cariche cospicue nell'Amministrazione locale, negli istituti di pubblica beneficenza e in numerosi sodalizi della sua città: fu, fra l'altro, assessore comunale, consigliere provinciale e presidente del Consiglio provinciale per parecchi anni.
Nel 1886, entrava alla Camera per la 16ª legislatura, quale deputato per il collegio unico di Ravenna che gli confermava il mandato anche nella legislatura successiva. Dalla 18ª alla 21ª legislatura rappresentò invece la nativa Faenza, militando sempre nel gruppo capitanato da Felice Cavallotti, di cui fu intimo amico e collaboratore. Fu deputato attivo e seppe guadagnarsi la simpatia anche degli avversari: fu eletto a far parte di numerose commissioni e fu anche Presidente della Giunta delle elezioni.
Mutatesi le condizioni politiche della sua regione, egli, piuttosto che piegarsi a patteggiamenti, si ritirò senza rammarico dalla lotta. Il 4 marzo 1905 fu nominato senatore e fu assiduo ai nostri lavori, sovratutto nei primi anni, procacciandosi la stima di tutti i colleghi e fece parte anche d'importanti commissioni.
Spirito ardente di patriota, pur avendo ormai la salute minata da un male inesorabile, si adoperò con entusiasmo, per quanto era in lui, a sostenere la causa della partecipazione dell'Italia alla guerra, e nel 1915, nella sua qualità di Presidente della locale sezione della Dante Alighieri, presentò al popolo di Faenza Cesare Battisti, venuto a rincorare e spronare all'azione; e già infermo, volle essere accompagnato a Roma per dare in quest'Aula, nella storica seduta del 21 maggio 1915, il suo voto favorevole al conferimento dei pieni poteri al Governo per la guerra nazionale, e durante questa dette, nonostante gli acciacchi, opera attivissima al Comitato di preparazione civile, da lui presieduto.
L'ultima manifestazione della sua vita pubblica fu il discorso pronunziato ai suoi concittadini nei giorni gloriosi che succedettero a Vittorio Veneto.
Una bella tempra di cittadino e di patriota scompare con lui. Inchiniamoci reverenti alla sua memoria ed inviamo alla desolata famiglia l'espressione del nostro sincero cordoglio. (Bene).
CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Voi avete ascoltato, onorevoli senatori, nell'alta parola del nostro illustre Presidente, la rievocazione della vita, delle benemerenze, dell'opera tutta, che fu svolta dai compianti colleghi che abbiamo perduto.
Al rimpianto del Senato il Governo unisce l'espressione del suo omaggio riverente e si associa alla proposta di inviare vive condoglianze alle famiglie e alle città natali degli scomparsi. Tutte le forme di attività più nobili del pensiero e dell'azione sono rappresentate nell'elenco dei colleghi che oggi commemoriamo; dall'azione politica e amministrativa di [...], Caldesi [...]

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 novembre 1923.