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CACACE Tito

21 ottobre 1800 - 10 febbraio 1892 Nominato il 13 marzo 1864 per la categoria 16 - I membri dei Consigli di divisione dopo tre elezioni alla loro presidenza e per la categoria 20 - Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria provenienza Campania

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente

Signori senatori! Anche oggi debbo annunciarvi un nuovo lutto.
Il senatore Tito Cacace è morto ieri a Napoli, sua città natale, in età di oltre novantun anni.
Tito Cacace, profondo giureconsulto, eminente avvocato, fu un illustre di quel foro napoletano che tanti illustri annoverò sempre.
A pochi dei colleghi suoi inferiore per la dottrina, sovratutto nel diritto commerciale, a nessuno fu secondo per le doti dell'animo.
Nell'amministrazione finanziaria di Napoli, appena caduto il Borbone, e da allora in poi nei molti uffici della grande metropoli, a cui lo chiamarono e la fiducia del Governo e la stima universale, lasciò ricordo incancellabile del suo sapere, d'una onestà a tutta prova, di una singolare perizia amministrativa.
Nel consiglio del Comune a cui lungamente appartenne, in quello della Provincia che per tre volte consecutive presiedette, in quelli dell'ordine degli avvocati, e del Banco, a tacere di altri incarichi, le eminenti qualità sue emersero e risplendettero.
Così quando il 13 marzo 1864, venne eletto senatore, fra i titoli che all'alto ufficio lo designarono, e per i quali fu accolto, si annoverò pure quello della categoria 20 dello Statuto, che i servizi e meriti eminenti di chi ha illustrata la patria, concerne.
Ed anche in questa Assemblea, della quale fu assai assiduo nel primo decennio dalla sua nomina, fino a quando la età grave e la salute malandata non glielo vietarono, il senatore Tito Cacace diede più volte saggio della dottrina, della facondia, delle rare doti onde era fornito, come lo mostrano apertamente i nostri annali. I quali, registrando oggi la perdita dell'uomo egregio, attesteranno la reverenza e l'onore di che fu segno e degno in vita e ad un tempo stesso il dolore del Senato per la sua morte. (Benissimo).
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Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 febbraio 1892.