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BUSCEMI Salvatore

17 gennaio 1840 - 14 febbraio 1913 Nominato il 04 aprile 1909 per la categoria 16 - I membri dei Consigli di divisione dopo tre elezioni alla loro presidenza provenienza Sicilia

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente

Onorevoli colleghi! La morte dal dicembre ad oggi ci ha rapito i senatori Pellegrini, Alfazio, Vacchelli, Buscemi, Palumbo e Tarditi. [...]
Il senatore Salvatore Buscemi in Mili, vicinato di Messina, dimora sua mesta dopo il disastro del terremoto, ove stava lagrimando la città distrutta, augurandola risorta, morì il 14. In Messina era nato il 17 gennaio 1840. Fattivi gli studi in diritto, l'ingegno pur dato alle lettere, fu redattore della Gazzetta di Messina,insegnante di convitto, esercente il notariato, poi l'avvocatura, in cui acquistò fortuna e fama. Chiaro nel foro messinese, fu presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati; reputato anche di fuori. Nel Comune di Messina fu del Consiglio; lungamente del Consiglio provinciale presidente; onde la sua nomina al Senato del 4 aprile 1909.
Tenne le cariche cittadine con amore e dignità; gli uffici adempì con zelo; amò il bene pubblico e le politiche libertà; fu amato in vita ed è venerato estinto. La città abbrunata, le udienze giudiziarie, le lezioni scolastiche sospese all'annunzio della morte, furono segni del pubblico lutto. (Bene). [...]
TODARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TODARO. Come cittadino messinese, ringrazio l'onorevole nostro Presidente della splendida commemorazione che ha fatto di Salvatore Buscami: commemorazione sentita, veritiera, nobilissima, a cui io mi associo di cuore, perché veramente Salvatore Buscami fu cittadino eccezionale.
Giovanetto, egli congiurò contro i borboni per l'unità d'Italia e fu non solo cittadino benemerito, ma patriota insigne. Temprato di forte ingegno, che adornò con una cultura giuridica non comune, venne chiamato ad insegnare nella università la storia del diritto pubblico italiano, dai tempi barbarici ai nostri, ad una eletta schiera di giovani del foro messinese, del quale fu lustro e decoro.
Entrato dopo il 1860 nel Consiglio comunale e nel Consiglio provinciale, spese la sua vita nell'interesse pubblico e si elevò talmente che divenne il presidente del Consiglio provinciale, essendo stato sempre confermato in tale ufficio con unanime consenso.
Godé tale stima che alla sua morte le onoranze furono fatte a cura della provincia e la sua salma venne accompagnata al cimitero da tutte le classi dei cittadini vestiti a gramaglia.
Ed ora io ringrazio il nostro Presidente che ha voluto lumeggiare splendidamente la venerata figura di Salvator Buscemi.
Accanto alla vastità della mente ed alla nobiltà dell'animo, accanto alle profonde cognizioni giuridiche, il Buscemi univa un sapere amministrativo non comune, e possedeva un senso squisito di rettitudine ed onestà, accompagnato da una grande modestia, che fu la caratteristica di questo insigne cittadino messinese.
Quindi, a nome dell'intera città di Messina, rinnovo i miei ringraziamenti al nostro Presidente, e propongo che sia mandato un telegramma di condoglianze alla illustre città ed alla famiglia dell'estinto. (Bene). [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno.(Segni di vivissima attenzione).Purtroppo in così breve periodo di sospensione dei lavori, questa Assemblea ha avuto delle perdite altamente dolorose ad essa e al paese. [...]
Ricorderò infine l'onorevole senatore Buscemi. La sua scomparsa fu una delle più grandi perdite per Messina già tanto provata dalla sventura. Di Messina l'onorevole senatore Buscemi fu uno dei figli più operosi, più stimati, e che più profondamente amassero l'infelice città. Ricordo ancora con quanto cuore egli veniva a patrocinarne gli interessi nei momenti più dolorosi. A nome del Governo, e certo di interpretare il sentimento del Senato, mando un profondo e reverente tributo di dolore a quella città che ha perduto uno dei suoi figli più degni, mentre meritava di poter più lungamente approfittare della sua sapiente e patriottica opera. (Approvazioni vivissime e prolungate).

Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni,28 febbraio 1913.