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BUONAMICI Francesco

21 ottobre 1832 - 18 maggio 1921 Nominato il 25 ottobre 1896 per la categoria 16 - I membri dei Consigli di divisione dopo tre elezioni alla loro presidenza provenienza Toscana

Commemorazione

 

Atti Parlamentari - Commemorazione
Fabrizio Colonna, Vicepresidente

Onorevoli colleghi! [...]
Ma altri lutti dolorosi colpivano il Senato.
Il 18 maggio decorso chiuse gli occhi in Pisa, che gli aveva dato i natali il 21 ottobre 1832, uno dei nostri più amati colleghi e dei più illustri giuristi, il prof. Francesco Buonamici.
Laureatosi giovanissimo in giurisprudenza nell'Ateneo pisano, venne ben presto in fama di profondo romanista ed agli studi romanistici dette invero vigoroso impulso riuscendo mercé l'esame diretto e razionale delle fonti romane a stabilire un più intimo legame ed una più perfetta armonia del diritto classico con la vita e le idee della civiltà moderna. Ma il Buonamici, grazie al suo vivido e multiforme ingegno, fu profondo cultore pur di altre discipline giuridiche ed infatti nel 1867, nell'assurgere all'insegnamento universitario, egli venne chiamato dapprima alla Cattedra di diritto commerciale nell'Università di Pisa e, solo dopo alcuni anni, raggiungendo il suo voto, ottenne l'insegnamento delle istituzioni di diritto romano nel medesimo Ateneo dove pure tenne dottissime lezioni di storia del diritto e di procedura civile.
Il Buonamici fu una simpatica figura di maestro: profondamente convinto che l'Università dovesse essere non un mero agglomerato di maestri e discepoli ma il focolare della vita della nazione che dovesse guidarla ai più alti destini, alla scuola egli dedicò per oltre 50 anni tutte le sue migliori energie; e alle sue lezioni, animate sempre da una nota originale, accorrevano, numerosi, discepoli ed ammiratori i quali nella parola del maestro ritrovavano il più puro ed efficace alimento per l'amore alla scienza.
Dell'Ateneo Pisano il Buonamici fu più volte rettore ed il lungo tempo in cui i colleghi lo chiamarono a sì elevata carica è la prova migliore della venerazione e dell'affetto che per lui sempre ebbero.
Il Buonamici, che fu pure membro dell'Accademia dei Lincei e della R. accademia di scienze di Torino, ha una produzione scientifica davvero prodigiosa in ogni campo del diritto. Dal primo lavoro su Poliziano giureconsulto, nel quale si dimostra profondo letterato, ai suoi studi di procedura romana, di storia e di filosofia del diritto, alla collaborazione in numerose riviste giuridiche, è tutta un'opera preziosa, di grande valore scientifico, nella quale rifulgono la vastità e la varietà della sua coltura e la forza del suo ingegno.
La intensa vita scientifica non impedì al Buonamici di prender parte alla vita cittadina e politica nella quale portò un meraviglioso senso di serenità e di patriottismo. Numerose e delicate cariche onorifiche ricovrì in molte amministrazioni ed uffici pubblici: fu autorevole presidente della Cassa di risparmio di Pisa, fece parte di quel Consiglio comunale e del provinciale, e fu sindaco e per vari anni presidente del Consiglio provinciale medesimo.
Il 25 ottobre 1896 fu nominato senatore e ai nostri lavori partecipò assiduamente intervenendo nelle più importanti discussioni, specie in materia giuridica, di bilanci e di istruzione.
Fecondo oratore, noi ammiravamo i suoi discorsi per l'eleganza e l'efficacia della sua oratoria, per la bontà e la giustizia delle tesi che sosteneva. Negli ultimi tempi la tarda età e la malferma salute gli impedirono di muoversi dalla sua Pisa e a noi non fu più dato di ascoltarne l'appassionata convinta parola.
Francesco Buonamici accoppiava alle altissime doti di mente purissime doti di cuore che rendono ancor più amara la perdita a coloro che ebbero la ventura di conoscerlo.
Il Senato si inchina reverente dinanzi alla tomba dell'illustre uomo e, raccolto in profondo dolore, esprime alla famiglia desolata le più vive condoglianze. (Approvazioni). [...]
CROCE, ministro dell'istruzione pubblica. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CROCE, ministro della pubblica istruzione. Il Governo si unisce alla degna e completa commemorazione che la Presidenza del Senato ha fatto dei senatori morti in questo intervallo dei lavori parlamentari: perdite gravi hanno colpito il Senato e la vita nazionale in tutte le sue parti. Perché, come si è udito dalla parola dell'onorevole Presidente, [...]; il senatore Buonamici insigne giurista non meno che valente letterato [...]

Senato del Regno, Atti Parlamentari. Discussioni, 13 giugno 1921.